Una classifica dove la Sardegna è al primo posto tra le regioni italiane. Finalmente, potrebbe dirsi. E invece no. Siamo primi proprio laddove ci sarebbe piaciuto essere ultimi!
L’indagine sul “disagio imprenditoriale” riportata oggi dal Sole 24 ore pone la nostra regione al top dell’indice del disagio calcolato su una serie di parametri con i quali si misura l’habitat più o meno favorevole alle imprese.
Certamente la classifica è pesantemente influenzata da alcuni indicatori di storica arretratezza della Sardegna, come autostrade e ferrovie, confermando la necessità di non allentare l’impegno sul fronte delle rivendicazioni infrastrutturali. Ma, anche considerando le cinque posizioni di peggioramento conquistate dalla Sardegna nell’indagine rispetto alle altre regioni nell’anno precedente, emerge comunque un ulteriore segnale d’allarme che, a prescindere dalla rappresentatività e completezza dell’analisi, sarebbe oltremodo dannoso sottovalutare.
Vivendolo sulla propria pelle gli imprenditori sardi non avevano certamente necessità di questo riscontro per sapere che ogni giorno debbono affrontare quasi eroicamente ostacoli straordinari ed impropri che ne minano la capacità competitiva con i concorrenti di altre regioni italiane ed europee.
Per questo attendono dalla politica isolana un cambio reale delle condizioni per fare impresa in Sardegna (infrastrutture, energia, efficienza amministrativa, accesso al credito, trasporti e mobilità) perché non si può essere eroi per troppi anni.





