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Riforme, il Senato procede con il ddl. Approvati sette articoli, resta l’immunità

Senza scossoni riprende in Senato l'esame del ddl riforme. L'Aula procede all'approvazione di sette articoli, dal 3 al 9, sciogliendo anche uno dei nodi più controversi, quello sull'immunità. Dopo un ampio dibattito, resta l'attuale formulazione dell'articolo 68 della Costituzione, che si applicherà sia ai deputati che ai membri del nuovo Senato.

Esaminando le norme approvate oggi, in base all'articolo 3 del ddl, il Presidente della Repubblica potrà nominare 5 senatori, scegliendo "cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario. Tali senatori durano in carica sette anni e non possono essere nuovamente nominati", quindi non saranno più a vita.

Passano poi anche gli articoli 4, 5, 6 e 7 che modificano la Costituzione per superare le attuali previsioni in modo da coordinare la presenza della Camera con la configurazione del nuovo Senato. Via libera anche all'articolo 9 che di fatto cancella l'indennità per i membri dell'Assemblea di palazzo Madama.

Infine sì all'articolo 8, che conferma che i membri del Parlamento esercitano le loro funzioni senza vincolo di mandato e che cancella la proposta del governo che inizialmente escludeva l'immunità per i membri del Senato, prevedendo l'applicazione del secondo e terzo comma dell'attuale articolo 68 della Costituzione solo per i deputati.

Disposizioni che ora richiedono l'autorizzazione parlamentare per deputati e senatori per procedere a perquisizione personale o domiciliare, ad intercettazioni e ad arresto, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna o in caso di delitti per il quale è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza. Dopo il via libera all'articolo in questione del ddl, l'Aula discute ampiamente della questione, partendo da una serie di emendamenti che propongono un articolo aggiuntivo che riscrive l'articolo 68 della Costituzione, ridisegnando l'istituto dell'immunità.

Alla fine del dibattito, che registra l'intervento di 21 senatori, il capogruppo del Pd, Luigi Zanda, e il senatore di Forza Italia, Donato Bruno, annunciano che i rispettivi partiti voteranno per mantenere il testo uscito dalla commissione, che prevede insindacabilità e attuale immunità sia per i deputati che per i membri del nuovo Senato. La relatrice Anna Finocchiaro e il ministro per le Riforme Elena Boschi a nome del governo si rimettono all'Aula, che boccia tutti gli emendamenti. Per ora quindi l'immunità resta per i deputati e i membri del nuovo Senato.