Nel mese di luglio, un professionista cagliaritano aveva denunciato in Questura il collaboratore domestico di nazionalità filippina per aver sottratto, dall’abitazione familiare ubicata a Pirri di Cagliari, numerosi oggetti in argento meglio indicati nel verbale di ricezione di denuncia.
Il filippino era stato sorpreso mentre frugava in un cassetto in cui era custodito un servizio di posate in argento; il denunciante aveva poi modo di constatare l’assenza di numerosi pezzi preziosi.
Il filippino, successivamente, aveva ammesso le proprie responsabilità riferendo di aver venduto gli oggetti presso un negozio compro-oro di Cagliari, ove si è poi accertato che lo stesso aveva precedentemente ceduto diversi oggetti in argento che erano stati, però, già fusi.
In data 29 luglio, il denunciante, presso la Squadra Mobile, ha riconosciuto come di proprietà della sua famiglia alcuni degli oggetti ceduti dal filippino al negozio compro-oro e in particolare due vassoio, un vassoio da portata, un vassoio decorato, sei forchette, due cucchiaio e sei cucchiaini, un porta pillole.
Nei giorni precedenti, invece, la titolare di una farmacia, aveva invece denunciato un furto aggravato di oltre 25.000 euro relativo all’esercizio di bilancio 2013; tale ammanco veniva appreso dalla donna a seguito di verifica effettuata dal commercialista, in occasione della chiusura di bilancio del 2013, avvenuta circa un mese e mezzo prima rispetto alla presentazione della denuncia. A seguito di ciò, la donna ha iniziato a verificare giornalmente la reale consistenza dell’incasso avendo modo di constatare ammanchi, quasi quotidiani, da un minimo di 20 euro a un massimo di 250 euro.
Nel mese di luglio, la titolare si è recata nuovamente negli uffici della Questura ed attualizzava la denuncia riferendo gli ammanchi delle giornate successive di 217 euro, 60 euro, di 91,65 euro, di 207 euro, di 168 euro, di 10 euro, 32 euro, di 569 euro e di 12 euro e a questo punto ha dato il proprio assenso all’installazione di due microcamere per osservare i movimenti dei dipendenti nei due luoghi in cui potevano essere effettuati i “prelievi”. Le operazioni di videoripresa si poi protratte o sino al 1 agosto scorso.
L’attenzione investigativa dei poliziotti si è concentrata così sulle sole ore del turno mattutino (8.30-13.30) dei giorni 30 e 31 luglio e 1 agosto, in quanto la denunciante aveva comunicato che gli ammanchi di cassa si erano realizzati soltanto in tali orari e giornate.
La titolare dell’attività dunque è stata nuovamente invitata a presentarsi in Questura per integrare ulteriormente la denuncia di furto aggravato e continuato a carico di ignoti; la donna ha quindi indicato i seguenti ammanchi nel mese di agosto: di 75 euro, di 60 euro, di 245 euro, di 77 euro, di 263 euro, di 96 euro, di 100 euro, di 120 euro, di 60 euro, di 183 euro e si procedeva, in tale sede, a far visionare i filmati alla donna la quale dichiarava di riconoscere, senza ombra di dubbio, in una dipendente P.S, la protagonista delle riprese la quale riponeva, nelle tasche del camice di lavoro, banconote e monete.
Essendo stati raccolti evidenti e gravi elementi di reità nei confronti della dipendente è scattata perciò la denuncia in stato di libertà per furto aggravato e continuato.





