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Gaza, al via la tregua umanitaria dopo un’altra notte di morte

Questa mattina scatta il cessate il fuoco umanitario di 12 ore nella striscia di Gaza. A partire dalle sette (le otto, ora locale) fino alle 19 le forze militari israeliane e Hamas interrompono le azioni di guerra. Nel suo comunicato l'esercito israeliano detta però alcune condizioni: "I civili di Gaza ai quali è stato chiesto di lasciare le proprie case dovranno astenersi dal farvi ritorno", e "l'esercito risponderà se i terroristi tenteranno durante questo periodo di approfittarne per attaccare i soldati o sparare su civili israeliani. Durante la tregua - aggiunge la nota - le attività operative per localizzare e neutralizzare i tunnel della Striscia di Gaza proseguiranno". Tel Aviv ha anche respinto ieri sera la proposta del segretario di Stato americano John Kerry di una tregua di almeno una settimana.

E a poche ore dall’inizio della tregua umanitaria, altre persone sono morte nel conflitto che ormai conta 900 vittime. Nella notte dieci palestinesi, tra cui quattro bambini, sono stati uccisi durante un raid aereo a Khan Younes, a sud della Striscia di Gaza, mentre una ventina di persone sono rimaste ferite nell'attacco. Anche due soldati israeliani sono morti ieri portando così a 37 il numero di militari rimasti uccisi.

Nel frattempo, scene da nuova Intifada si sono replicate da Betlemme a Hebron, a Gerusalemme. Le forze di sicurezza israeliane hanno aperto il fuoco rispondendo al lancio di proiettili a Gerusalemme est. In un villaggio a sud di Betlemme è stato ucciso un giovane palestinese di 16 anni. Altri cinque manifestanti sono rimasti feriti negli scontri. L'altra vittima della notte, un diciottenne, è invece stato ucciso durante una protesta al checkpoint di Jalama, nel nord della Cisgiordania.

Ieri il segretario di Stato Usa John Kerry ha avanzato una proposta ​per un cessate il fuoco a Gaza che è stata rifiutata dal governo di Tel Aviv. Il punto di contrasto - secondo la tv di Stato israeliana - sarebbe che lo Stato ebraico intende restare nella Striscia e continuare a distruggere i tunnel usati da Hamas per entrare in territorio israeliano.  Kerry ha provato, insieme al segretario generale dell'Onu Ban ki-Moon e all'Egitto, a tirare le fila di un lavoro diplomatico complesso, che ha visto anche il ministro degli Esteri turco Ahmed Davutoglu andare in Qatar, dove c'é il leader di Hamas Khaled Meeshal, per favorire la tregua.

Lavoro che proseguirà oggi, a Parigi, con la riunione alla quale parteciperanno, oltre a Kerry, il Ministro degli Esteri Federica Mogherini insieme ai capi della diplomazia francese Laurent Fabius, tedesco Frank-Walter Steinmeier, britannico Philip Hammond, turco Ahmet Davutoglu e i mediatori del Qatar.

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