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Napolitano taglia il budget del Colle e Renzi bacchetta chi si lamenta del tetto alle retribuzioni

"Non mi stupiscono privilegiati che contestano norma su tetto 240mila euro. Mi stupiscono le opposizioni che si schierano con loro #madovevivono". Il premier Matteo Renzi, con un tweet, interviene sulla questione del tetto agli stipendi dei dipendenti di Camera e Senato. Un limite fissato a 240mila euro, quindi decisamente alto, che ha però fatto scattare la protesta degli interessati, difesi anche da qualche commento di politici che hanno sposato la loro causa.

Intanto dal Colle arriva la notizia che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha firmato, su proposta del segretario generale, un decreto che riduce ulteriormente i costi dell'amministrazione del Quirinale.
Anche per gli stipendi dei dipendenti di Camera e Senato è arrivato ieri il tetto di 240mila euro previsto dal dl Irpef per la Pubblica amministrazione, e si annuncia un taglio proporzionale anche per le retribuzioni di commessi, segretari e documentaristi. Una "botta" al portafoglio che non va giù ai lavoratori di Montecitorio. I quali, alla fine della riunione dell'ok alle linee guida sui tetti salariali, hanno accolto con polemici applausi e urla, cosa mai vista nel “Palazzo”, i membri dell'Ufficio di presidenza e la stessa presidente della Camera. Ma Laura Boldrini, pur rattristata dall'inedita manifestazione, difende la scelta assunta, e invita i lavoratori a "responsabilità e consapevolezza". Perché, sottolinea, "il Paese reale è un altro".

Dalla fine del 2014, dunque, per dare "un contributo al risanamento dei conti dello Stato", a Montecitorio e a Palazzo Madama nessuno stipendio apicale potrà superare i 240mila euro all'anno al netto della contribuzione previdenziale (l'8,8% della retribuzione). Il tetto massimo per i consiglieri parlamentari, deciso alla Camera, con il no di Fdi e l'astensione della Lega, sarà proporzionalmente più basso per le altre categorie. Anche se questi 'sottotetti' non sono ancora fissati: è un tema sul tavolo del confronto con le organizzazioni sindacali che già annunciano barricate.

"Chi - spiega la vicepresidente della Camera Marina Sereni - al momento ha uno stipendio inferiore al tetto vedrà fermarsene la crescita al raggiungimento di quella cifra. Chi invece lo supera subirà una riduzione straordinaria tra il 2014 ed il 2017 fino al raggiungimento del proprio tetto retributivo di riferimento".   Aperto anche il tema delle indennità di funzione, aggiuntive al tetto, per le figure apicali dell'amministrazione (il segretario generale, i suoi vice ed i capi servizio). Non sono state ancora determinate, ma non potranno superare il 25% del tetto fissato e non saranno pensionabili. Non si conosce ancora quali saranno i risparmi determinati dalla manovra; si parla di decine di milioni, anche se si è deciso di non fissare in partenza cifre certe "per un confronto maggiore con i sindacati".   Durante l'Ufficio di presidenza numerosissimi dipendenti di Montecitorio, forse più di trecento, hanno dato vita a un presidio nel corridoio davanti alla biblioteca dove era in corso la riunione, partecipando poi ad un'assemblea. L'aria era pesante, e alla fine del vertice è partito un lungo polemico applauso con annesso coretto "Bravi, Bravi, Bis!" e "grazie!" di commessi e segretari ma anche di consiglieri che ha rotto il consueto silenzio del corridoio dei “Busti”. E ora c'è chi si aspetta una "corsa" alla pensione da parte di chi supera il tetto.

La soglia dei 240mila euro più oneri di stipendio alla Camera la superano in diversi: un consigliere con 40 anni di servizio riceve 358mila euro all'anno, e con 25 anni di servizio i consiglieri sforano il limite fissato oggi.   La sforbiciata ai conti del Colle Il Presidente Napolitano ha firmato, su proposta del segretario generale, un decreto che riduce ulteriormente i costi dell'amministrazione del Quirinale. Si consegue così un risparmio complessivo per il bilancio dello stato di 16 milioni di euro nel quadriennio 2014-2017 – che si aggiunge alla restituzione di circa 6,2 milioni di euro per effetto dell'applicazione del contributo sulle pensioni - e si pongono altresì le premesse per ulteriori economie nel medio periodo.

Tra le misure più significative: equiparazione dell'indennità di funzione del segretario generale all'importo dell'indennità di comando prevista per i consiglieri del Presidente della Repubblica, pari a 141 mila euro annui lordi; applicazione del tetto di 240 mila euro annui previsto dall'articolo 13, comma 1, del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66 ai compensi dei consiglieri del Presidente della Repubblica a contratto; applicazione del medesimo tetto alle retribuzioni del personale, bloccandone con decorrenza immediata le progressioni economiche e prevedendo il riassorbimento dell'eventuale eccedenza (che riguarda peraltro solo 16 unità di personale) nel corso del triennio 2015 - 2017; ulteriore significativa riduzione delle indennità corrisposte al personale distaccato da altre amministrazioni.

Con un successivo decreto si provvederà all'approvazione di nuove tabelle stipendiali per il personale di ruolo e alla definizione di più stringenti requisiti per il pensionamento di anzianità, temi sui quali è ancora in corso il confronto con le rappresentanze sindacali, alle quali come a tutto il personale va il ringraziamento della segreteria generale per il senso di responsabilità, lo spirito di collaborazione e la correttezza con cui affrontano misure di riduzione della spesa e di riorganizzazione amministrativa.