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Nomine Ue, stallo a Bruxelles per Mogherini, l’amica di Putin che nessun capo di governo vuole perché anche ritenuta incompetente per la poco esperienza. In Italia nessuno si è accorto che abbiamo un ministro degli esteri.

Tutto rinviato al 30 agosto: il vertice straordinario Ue si chiude con un nulla di fatto sulle nomine, a partire da quella di Federica Mogherini ad Alto rappresentante per la politica estera. La fumata nera arriva a notte fonda, con il presidente uscente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy che annuncia: “Non siamo ancora al punto di avere una soluzione consensuale su un pacchetto completo di nomine”.

Il premier italiano Matteo Renzi comunque non molla (dice lui per nascondere la verità sulla inadeguatezza di questa donna, senza esperienza uscita dal limbo politico come per incanto e poi ha fatto anche precipitare il suo ministero nella totale indifferenza mondiale e italiana perché ancora nessuno si era accorto che la nostra nazione avesse un ministro degli esteri): “Non ho visto opposizione alla Mogherini”. "La sintesi fatta anche da Hollande - afferma - è che l'Alto rappresentante per la politica estera sarà espressione del Pse. È condiviso da tutti che non c'è altra candidatura che quella dell'Italia. In 57 anni l'Italia qui, in questo palazzo, non ha mai posto un veto e non l'ha mai subito. Nemmeno oggi".

"Ci hanno fatto venire qui per un accordo che non c'era" Poi la stoccata a Van Rompuy: "Ci hanno fatto venire qui per un accordo che non c'era. La prossima volta basta un sms, almeno risparmiano i costi dei voli di Stato, anche se è stata una bella occasione per vederci e fare gli auguri di compleanno alla Merkel”.

Renzi riparte dunque per Roma senza quel risultato che sperava di portare a casa: la nomina del capo della Farnesina a ministro degli Esteri europeo. Il tutto dopo un vertice difficilissimo cui lui era arrivato mettendo in chiaro che "l'Italia chiede soltanto rispetto, non una posizione o un'altra. Quel rispetto che si deve a tutti i Paesi e ad uno fondatore”

La fronda anti-Mogherini, che alla vigilia qualcuno diceva contasse 10-11 Paesi, ha dunque imposto uno stop: sarebbe abbastanza numerosa da non permetterle di avere la necessaria maggioranza qualificata dei due terzi.

Alcuni la considererebbero troppo giovane e inesperta, altri troppo vicina a Mosca. "Ci sono state riserve dei Paesi più recenti, reticenze dai Paesi alla frontiera est e nord della Ue", riferisce il presidente francese Francois Hollande, che invece esprime il suo sostegno alla candidatura italiana. "Alcuni – aggiunge - hanno preferito non esprimere posizione per non mettere in difficoltà la candidatura italiana".

I leader dei 28 si sono dunque presi un po’ di tempo per trovare un accordo complessivo sul pacchetto di nomine, nel quale sono inseriti anche il nome del presidente del Consiglio europeo e quello del presidente dell’Eurogruppo. "O l'accordo sarà globale o non ci sarà – dice Van Rompuy al termine della riunione - ma sono sicuro che sabato 30 agosto avremo la decisione finale".

Tra le ipotesi di compromesso, in giornata era circolata nuovamente la voce di una candidatura di Enrico Letta al Consiglio Europeo, nome su cui ci sarebbe forte consenso nel Ppe e tra i rappresentanti degli Stati membri. Voci comunque bollate come semplici "rumors". Anche su questa poltrona in ogni caso la partita rimane aperta e continuano le trattative. Secondo Matteo Renzi, questa possibilità non è però mai stata prospettata all’Italia: "Se c'è un nome italiano - oggi ho letto di Letta o, stamattina, di Monti - siamo aperti a qualsiasi posizione. Ma se quel nome non c'è...".

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