In Sardegna sono stati circa 100 gli eventi di dissesto idrogeologico che negli ultimi cinque anni hanno coinvolto direttamente la popolazione sarda, provocando ben 18 vittime e oltre 460 sfollati. Secondo i dati pubblicati dal Ministero dell’Ambiente (MATTM) nel 2008 emerge che nella nostra regione l’esposizione al rischio idrogeologico riguarda l’81% dei comuni sardi e la superficie a elevato rischio idrogeologico è pari a 614 kmq, nella quale si stima vivano 36.000 persone, insistano 20.000 abitazioni e circa 2.500 attività economiche. Eppure mancano le risorse per fronteggiare i danni causati da questi eventi. Ad esempio le risorse disponibili per ripristinare il territorio dopo l’alluvione che ha interessato soprattutto la provincia di Olbia lo scorso novembre non raggiungono i 27 milioni di euro, una somma irrisoria rispetto al fabbisogno complessivo, valutato in 580 milioni, e neanche sufficiente per intervenire sulle situazioni di urgente pericolo per la popolazione. Con la Legge di Stabilità 2014 sono stati previsti soltanto ulteriori 26 milioni oltre alla possibilità di derogare al patto di stabilità interno (per 23,5 milioni nel 2014).
Proprio l’alluvione dello scorso novembre ha prodotto danni ingenti ancora visibili sul territorio. Sulla base della Relazione conclusiva relativa alla ricognizione dei fabbisogni redatta dal Dipartimento di Protezione Civile alla fine dello scorso febbraio, emerge che il fabbisogno per gli interventi di ripristino dei danni e la messa in sicurezza del patrimonio pubblico ammonta a 496 milioni di euro, a cui va sommato ciò che serve per intervenire sul patrimonio privato, pari a 39,4 milioni di euro, e sulle attività produttive, pari a 44,2 milioni di euro. Insomma il fabbisogno complessivo per il danni subiti a novembre 2013 è di circa 580 milioni di euro, di cui oltre la metà relativo alla provincia di Olbia – Tempio (pari al 55%), il 28% alla provincia di Nuoro, e il restante 17% si distribuisce tra le province di Oristano (6%), Ogliastra (4%), Medio Campidano (5%)e Cagliari (2%).
Dei 496 milioni di euro necessari al ripristino del patrimonio pubblico circa il 6% riguarda interventi dichiarati urgenti, (pari a 30,5 milioni di euro), mentre il 42% è finalizzato ad interventi di ripristino (pari a 206 milioni di euro) e il 52% ad interventi strutturali (pari a 259 milioni di euro). Oltre il 40% degli interventi urgenti ricadono nella provincia di Nuoro (12,5 milioni di euro), più del 30% nella provincia di Olbia Tempio (pari a 10,4 milioni di euro) e i restanti distribuiti nelle altre province interessate.
Per fronteggiare l’emergenza mettendo in sicurezza la popolazione il Consiglio dei Ministri ha stanziato nel novembre 2013 i primi 20 milioni di euro ai quali successivamente sono stati aggiunti altri 12 milioni di euro stanziati dalla Regione Sardegna. Lo scorso 24 maggio è stata pubblicata la prima rimodulazione del piano degli interventi, fatta sulla base dei bisogni ritenuti prioritari e delle risorse disponibili: dei 32 milioni di euro, ben 5 sono destinati alle spese generali per la gestione dell’emergenza, 1,5 per gli interventi di soccorso e assistenza alla popolazione, 16,2 milioni per gli interventi di somma urgenza e 9,2 per interventi provvisionali urgenti. «Al netto delle spese generali le risorse disponibili per il territorio e per le infrastrutture non raggiungono i 27 milioni di euro, una somma irrisoria rispetto al fabbisogno complessivo e neanche sufficiente per intervenire sulle situazioni di urgente pericolo per la popolazione», denunciano Piras e Porcu, ricordando che la legge di Stabilità 2014 ha previsto ulteriori 25,85 milioni di euro per gli interventi per la messa in sicurezza del territorio, nonché l’esclusione dal patto di stabilità interno di spese e disposizioni per il ripristino della viabilità interrotta o danneggiata (23,5 milioni per il 2014). «Si tratta comunque – concludono i vertici della Cna regionale - di cifre ancora del tutto insufficienti. Contestualmente occorre fare di più in termini di manutenzione e messa in sicurezza del territorio, attraverso una politica di prevenzione che mitighi gli effetti disastrosi di tragedie - che anche a causa delle mutate condizioni climatiche si proporranno in futuro con frequenza sempre più accentuate, come dimostrano le inondazioni che hanno colpito nei giorni scorsi il Nord Sardegna. Com