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Gli adolescenti e la scuola al giorno d’oggi

Negli ultimi tempi, mi capita spesso che gli insegnanti che incontro nel corso della mia attività professionale, si lamentino delle enormi difficoltà che trovano nel relazionarsi a scuola con i loro allievi adolescenti.
L’elemento che sembra essere ormai imprescindibile per i ragazzi è rappresentato dal cellulare. Non sembrano riuscire a far meno di questo strumento per oltre un quarto d’ora e lo utilizzano mentre i professori sono impegnati nella dura attività d’insegnargli qualcosa.

Un esempio chiaro di questo fenomeno è rappresentato dal recente episodio di cronaca avvenuto pochi giorni fa, in una scuola media di Nuoro. Sembra, infatti, che un ragazzino abbia sferrato un pugno a una professoressa che gli avrebbe sequestrato il telefonino durante l’ora di lezione. Gli altri compagni di classe, pare, inoltre, che siano intervenuti nel sostenere il compagno contro l’insegnante.

Quello che facilita la mancanza di rispetto dei ragazzi nei confronti degli insegnanti, è l’assenza di collaborazione tra le due principali agenzie educative dei giovani che sono rappresentate dalla famiglia e dalla scuola.

Genitori e insegnanti molto, spesso, anziché collaborare per il bene del ragazzo entrano in aperto conflitto tra loro. Da un lato accade che se uno studente viene rimproverato da un insegnante, il genitore intervenga in favore del figlio senza valutare la motivazione che ha spinto l’insegnante ad intervenire in quella determinata maniera. Gli insegnanti dal canto loro, spesso ritengono che solo i genitori si debbano occupare dell’educazione dei ragazzi trascurando, così il fatto che loro non solo devono impartire nozioni culturali agli studenti ma dovrebbero essere anche  degli adulti di riferimento importanti per la crescita degli adolescenti.

Accade così, che i ragazzi già confusi dagli enormi cambiamenti fisici, personali e relazionali che devono affrontare durante l’adolescenza non trovino dei punti di riferimento adeguati negli adulti impegnati in varie conflittualità tra loro e, sviluppino così un’idea di onnipotenza e di aggressività che si esplica senza limiti in vari modi non solo a scuola ma nella società in genere.

Abbandonare una posizione difensiva  e assumermene, al contrario una collaborativa, servirebbe a mio avviso, per poter svolgere quel ruolo da guida di cui i ragazzi necessitano. Questo comporterebbe, ad esempio che nel caso dell’utilizzo del telefonino a scuola durante l’ora di lezione i genitori cercherebbero di non favorirlo e gli insegnanti se li farebbero consegnare all’inizio delle lezioni ponendoli sulla cattedra e restituendoli solo al termine delle cinque ore di lezione e, questo dovrebbe essere la prassi in ogni istituto scolastico.

Concludendo posso dire che solo una comunicazione efficace tra adulti prima (con periodici incontri insegnanti- genitori non solo se accadono fatti gravi ma di routine) e adolescenti e adulti poi, può determinare un miglioramento della situazione. M.S.