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Ucraina, i separatisti abbattono aereo militare. Kiev: “49 morti”.

Un sanguinoso attacco dei separatisti filorussi ucraini contro l'esercito di Kiev è andato a segno. Il ministero della Difesa ucraino ha reso noto che i ribelli nella notte hanno abbattuto un cargo militare che trasportava truppe e rifornimenti all'aeroporto di Lugansk, nell'est del Paese. Per Kiev sono morti almeno 49 militari.

E' la perdita più grave subita dalle forze governative da quando è cominciata l'offensiva militare per cercare di sedare l'insurrezione separatista nell'est dell'Ucraina.

Intanto, dopo il presunto ingresso dalla Russia di alcuni mezzi militari dei separatisti, tra cui tre carri armati appartenuti all'Urss, come denuncia il ministero dell'Interno ucraino, il Cremlino ritorce l'accusa e imputa alle truppe di Kiev di aver sconfinato nella regione di Rostov sul fiume Don con due blindati che sarebbero stati fermati dalle guardie di frontiera russe.

"Negli ultimi tre giorni un convoglio di tre carri armati T-64, alcuni lanciarazzi BM-21 o Grad e altri veicoli militari hanno attraversato il confine dalla Russia in Ucraina vicino alla città ucraina di Snizhne. E' inaccettabile". Lo ha detto la portavoce del dipartimento di Stato Usa Marie Harf.

L'operazione a Mariupol Intanto nella regione di Donetsk le truppe di Kiev hanno riconquistato l'importante città portuale di Mariupol, operazione costata la vita ad almeno cinque filorussi, mentre circa 30 sono stati fatti prigionieri dai soldati ucraini, che a loro volta riportano quattro feriti, di cui uno grave.

L'operazione non è ancora del tutto conclusa, ma sul municipio della città sul Mar Nero adesso sventola comunque di nuovo la bandiera giallo-blu dell'Ucraina.

Kiev ha tempo fino a lunedì mattina per pagare 1,9 miliardi di dollari - parte del debito con la Russia -, altrimenti Mosca introdurrà un regime di pagamento anticipato e chiuderà i rubinetti del metano se non le saranno pagate le forniture

Kiev sembra già pronta a questa eventualità, tanto che il premier ucraino Arseni Iatseniuk ha ordinato al governo e alla società energetica statale Naftogaz di prepararsi alla cessazione delle forniture di gas e a difendere gli interessi del Paese all'arbitrato della Corte di Stoccolma.

A tentare ancora il compromesso è il ministro dell'Energia ucraino, Iuri Prodan, che ha proposto nuove trattative nel fine settimana - prima che scada l'ultimatum russo -, ribadendo però che Kiev punta a un ulteriore sconto che porti il prezzo del metano russo da 485 a 326 dollari per mille mc.

Ma l'a.d. del colosso Gazprom, Aleksiei Miller, ha fatto sapere senza mezzi termini che la tariffa di 385 dollari - proposta in settimana all'Ucraina di fronte all'Ue, e finora respinta da Kiev - va considerata "l'ultima offerta" russa.