Arriverà nel 2015, in via sperimentale, la dichiarazione dei redditi precompilata sui redditi 2014. Ad annunciarlo è il ministro Maria Elena Boschi che, nella conferenza stampa seguita al Cdm di stamani, ha illustrato insieme alla collega Marianna Madia le novità varate dal governo.
Per oltre 30 milioni di italiani dal 2015 verrà spedito a casa una dichiarazione dei redditi precompilata dallo Stato. Secondo la bozza del decreto legislativo, l’Agenzia delle entrate renderà disponibile per via telematica “entro il 15 aprile di ciascun anno” ai titolari di redditi da lavoro dipendente e assimilati la dichiarazione precompilata relativa ai redditi prodotti nell’anno precedente che può essere “accettata o modificata”, facendo delle correzioni. Se la dichiarazione verrà considerata corretta, “si potranno dormire sonni tranquilli” ha spiegato il ministro. Resta la possibilità di presentare la dichiarazione dei redditi compilata in autonomia con le modalità attuali. “Questa opera di semplificazione renderà la vita più facile ai pensionati e ai lavoratori dipendenti”. La certificazione da parte dei sostituti di imposta andrà inviata all’Agenzia delle Entrate entro il 7 marzo, con sanzioni da 100 euro per i ritardatari o chi non invia.
“A partire dal 2016 ci sarà una ulteriore semplificazione”, ha spiegato la Boschi, perché nella dichiarazione dei redditi precompilata compariranno “attraverso il tesserino sanitario, che si può immaginare di utilizzare in futuro per tutte le visite mediche” anche le spese sanitarie. Per il 2015, invece, Asl, ospedali e strutture di cura, compresi gli ambulatori, farmacie e chi eroga assistenza, dovranno inviare al sistema Tessera sanitaria i dati relativi alle prestazioni erogate nel 2015, che andranno quindi nella dichiarazione dei redditi dell’anno successivo.
Via libera all’istituzione delle commissioni censuarie per il percorso di riforma del catasto: Il Cdm ha effettuato l’esame preliminare del dlgs sulla “Composizione, attribuzioni e funzionamento delle commissioni censuarie” che passerà ora in Parlamento e poi tornerà al governo per l’approvazione definitiva. “Inizia il percorso di riforma del catasto con la costituzione delle commissioni” censuarie, ha detto la Boschi.
Il decreto attuativo della delega fiscale accorcia anche i tempi per i rimborsi Iva: il provvedimento stabilisce che i rimborsi Iva eseguibili senza alcun adempimento passano da 5 a 15mila euro (fanno eccezione richieste considerate rischio). Viene incrementata la trasparenza per i sostituti d’imposta ed eliminato l’obbligo di fornire nella dichiarazione dei redditi dati per le società che hanno sede all’estero, perché già in possesso dell’Amministrazione finanziaria. Altre razionalizzazioni riguardano le comunicazioni degli esercizi d’opzione, le compensazioni, le lettere d’intento, le richieste di autorizzazione per operazioni intracomunitarie, la denuncia dei premi incassati dagli operatori esteri, la richiesta di autorizzazione per gli ammortamenti finanziari, le comunicazioni per le ritenute sugli agenti, la rettifica Iva per crediti non riscossi. Viene abrogata la comunicazione in dichiarazione dei redditi dei crediti vantati nei confronti della Pa. Cambia il regime fiscale dei beni sequestrati: vengono sospese alcune imposte come Imu e Tasi. Saltano le agevolazioni prima casa per i beni di lusso (allineamento definizione prima casa Iva-registro) che si applicano solo a quelli classificati A1, A8 e A9.
“I provvedimenti approvati nel Consiglio dei ministri di venerdì scorso saranno divisi in due decreti legge, uno sulla competitività e uno sulla pubblica amministrazione” ha spiegato Marianna Madia, ministro della Pubblica amministrazione, durante la conferenza stampa al termine del Cdm. Sul testo, non c’è stato “nessun rilievo dal Quirinale, l’impianto presentato è saldo”: “Non c’è nessuna difficoltà” in merito alla firma dei provvedimenti da parte del presidente della Repubblica, ha assicurato. E l’iter è in fase di conclusione: “Tra oggi e lunedì sarà firmato dal presidente della Repubblica”. Tra gli elementi presenti nel pacchetto di riforma, “è previsto anche un censimento delle esternalizzazioni della pubblica amministrazione”: le amministrazioni dovranno segnalare cosa appaltano fuori, una “pre condizione per diminuire le esternalizzazioni che, sono d’accordo con Angeletti, vanno diminuite”. Chiede “la collaborazione dei sindacati”, che “sono stati informati”, ma chiede un confronto “non condizionato dalla questione dei permessi sindacali su cui c’è anche un conflitto di interessi. Soltanto così si potrà far ripartire la competitività, la crescita e lo sviluppo”. “Così - ha spiegato il ministro Madia conversando con i cronisti a piazza Colonna - si troveranno le risorse per sbloccare la parte economica dei contratti”. Per superare il blocco dei contratti del pubblico impiego, ha detto, “serve uno sforzo comune, soltanto così si potrà far ripartire la competitività, la crescita e lo sviluppo”.