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Incredibile svolta nell’omicidio di Enzo Albanese: arrestati in Brasile la ex moglie di Pietro Ladogana ed un poliziotto militare.

A seguito dell’arresto da parte dei carabinieri di Budoni e Siniscola di Pietro Ladogana, avvenuto il 29 maggio scorso a Fiumicino, mentre si stava imbarcando per il Brasile, vi è stata la svolta in merito all’efferato crimine.

Infatti la polizia brasiliana, in stretto contatto con le autorità italiane, stanotte ha arrestato la ex moglie di Ladogana, Tamara Ladogana, ed un appartenente alla policia militar, sospettato di essere uno dei materiali esecutori dell’omicidio.

L’attività in Italia, coordinata dal sostituto procuratore di Muoro Andrea Vacca, ha quindi permesso di arrestare nella nostra nazione il presunto mandante, appunto Pietro Ladogana, mentre nella città brasiliana di Natal la polizia ha invece fermato altri due complici.

L’operazione è stata ribattezzata “Pedra de Fogo”, in riferimento al nome Pietro e fuoco perché i sospettati hanno ammazzato a colpi di arma da fuoco colui che stava denunciando la presenza dell’organizzazione. Gli inquirenti sospettano infatti che i tre arrestati possano avere legami con la criminalità organizzata, in quanto dediti alle truffe e riciclaggio di denaro sporco.

La polizia brasiliana ha inoltre sequestrato 145.000 euro in contanti, nonché cinque auto di lusso, tra le quali una Toyota corolla, identica a quella con la quale i sicari si sono allontanati dopo aver freddato albanese. Nell’operazione sono stati sequestrati anche diversi animali di razza, che si trovavano in un quartiere a disposizione dell’organizzazione.

Il mandante dell’omicidio, rivela la polizia brasiliana, era a capo di un’organizzazione che amministrava almeno 10 imprese di facciata, utilizzate principalmente per il riciclaggio. Tali aziende, dislocate nelle città di Natal, Extremoz, Cearà – Mirim e Ielmo Marinho, operavano all’apparenza nella legalità, erano invece utilizzate per compiere frodi, falsificazione di documenti, riciclaggio ed altri crimini. Il movente quindi si può ricercare nel fatto che la vittima aveva scoperto e denunciato alle autorità brasiliane una di queste imprese un mese prima della sua morte, la “Globo Costruzioni Ltda”, di Ielmo Marinho, la cui proprietà è stata trasferita illegalmente a Pietro Ladogana. La vittima era procuratore di uno dei due soci dell’impresa e ha scoperto il disegno criminoso, e dopo la denuncia ha trovato la morte.

Le indagini continuano per cercare di capire se vi siano altre persone coinvolte.