La prima domanda che Bruno Vespa rivolge a Matteo Renzi è: "Se lo aspettava questo risultato?" E il premier risponde sincero: "Non mi aspettavo una vittoria alle europee con proporzioni così grandi: per alcuni aspetti è quasi commovente, ma adesso - ricorda nell'intervista a 'Porta a Porta' - non bisogna sbagliare un colpo". Per il presidente del Consiglio l'Italia può guidare il cambiamento in Europa, può essere credibile continuando sulla via delle riforme strutturali e può portare avanti - insieme alle istituzioni europee - un'operazione keynesiana da 150 miliardi di euro in cinque anni.
Il premier è orgoglioso per aver raggiunto un risultato storico (mai nella seconda Repubblica un partito aveva toccato il 40,81%), ma il sentimento su cui mette l'accento è il forte senso di responsabilità: "E come se con questo risultato dicessimo che l'Italia c'è e vuole contare in Europa. Questo voto mi inorgoglisce e mi responsabilizza".
Vespa stuzzica Renzi su quanto abbia influito la campagna elettorale condotta dai contendenti politici. "È chiaro che il derby finale tra Berlusconi e Grillo con toni così alti ha aperto la strada a chi ha una proposta", ammette il premier. E poi Renzi insiste sul riprendere il cammino di governo con ancora maggiore determinazione: "Messaggio ricevuto, ora è il momento di accelerare su tutto" e non di festeggiare.
Visti i risultati in tutti i paesi "credo che all'Europa sia arrivato forte e chiaro il messaggio che così non va bene - afferma Renzi - È sempre più diffusa la convinzione che qualcosa non abbia funzionato" in passato nell'Ue. "Quest'Europa non ha convinto": non solo gli euroscettici come Grillo e Berlusconi "ma anche chi ha votato il Pd in Italia vuole il cambiamento". E Renzi ha le idee chiare su come orientarlo: "Se l'Europa cambierà le sue politiche di rigore e si aprirà alla crescita potremo fare un'operazione keynesiana straordinaria in cinque anni: si tratta di più di 150 miliardi di euro".
Il premier continua: "Io penso che ci sia nelle istituzione europee la consapevolezza di dover cambiare. L'Italia per guidare il cambiamento deve essere credibile: mi piace pensare che non sia più a rimorchio, che non sia vista come il problema, che sia interlocutrice. Dobbiamo portare l'Italia a guidare quello che avverrà e per farlo il nostro paese deve portare avanti le proprie riforme strutturali". Renzi inizia dalla riforma del Senato, dove "siamo a un passo dalla conclusione. Bisogna correre. Dobbiamo convincere qualche senatore - ammette - un po' di problemi ce li abbiamo tutti quanti. Ma ricordiamo questo grande risultato - aggiunge - senza dimenticare che il voto non è per me è per il cambiamento".
Il presidente del Consiglio ricorda anche che in Ue si devono eleggere il "presidente della Commissione, del Consiglio, dell'eurogruppo, nonché il titolare della politica estera". Si può pensare che uno di questi incarichi vada a un italiano? chiede Vespa. "Perché no" risponde il premier che aggiunge: "L'Italia però non deve preoccuparsi di portare un italiano. Siamo d'accordo che le spese per scuola e ricerca possano andare fuori dal patto di stabilità, che l'Europa metta bocca sul Mediterraneo? Se siamo d'accordo la nazionalità è secondaria".
Vespa chiede poi a Renzi di commentare la frase di Draghi sul fatto che la gente ha ancora paura di spendere. Il premier ha risposto: "Io penso che abbiamo vinto le elezioni perché è cresciuto l'indicatore della fiducia, perché la gente è tornata a crederci". Perciò, dice Renzi, "chi ha la possibilità di spendere tornerà a farlo. Mantenendo il vincolo del 3% (noi siamo al 2,6 di rapporto deficit-Pil) possiamo comunque far ripartire l'Italia. Dobbiamo riformare il sistema paese". E il presidente del Consiglio aggiunge: "Quella della pubblica amministrazione da questo punto di vista è la riforma più importante e più stimolante".
Renzi continua a parlare di speranza, di cambiamento e di responsabilità: "Da qui ai prossimi dieci anni l'Italia può diventare il paese leader in tutto, dalla ricerca alla formazione - spiega il premier - il risultato delle europee ti dà questa consapevolezza". E alla domanda sulla durata della sua missione a Palazzo Chigi Renzi risponde: "Perché non sono a casa la sera con i miei figli? Perché mi è capitata l'opportunità di dare qualcosa. Per un breve periodo, perché sono il primo - dice - a pensare che no si può campare di politica tutta la vita". Alla fine però il premier torna a insistere sull'importanza del voto e sull'esigenza di andare avanti perché, conclude, "O si cambia ora o si spreca l'occasione della vita".