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Ucraina, Via libera degli Usa e dell’Ue a nuove sanzioni contro Mosca. La Russia: “Risponderemo”

Il presidente americano Barack Obama lo aveva annunciato e così è stato: gli Usa hanno dato il via libera a nuove sanzioni contro la Russia in relazione alla crisi ucraina. "Il dipartimento del Tesoro imporrà - si legge in una nota della Casa Bianca - sanzioni contro 7 funzionari del governo russo, tra cui due membri della più stretta cerchia del presidente Putin, che saranno soggetti a congelamento dei beni e  al bando sui visti".

Colpite dalle misure restrittive anche 17 società collegate al circolo ristretto di Putin, che saranno soggette a congelamento dei beni. Washington ha previsto inoltre di dare una stretta alle licenze di esportazioni verso la Russia di beni ad alta tecnologia che potrebbero essere utilizzati a scopo militare.

"Le sanzioni Usa contro la Russia non resteranno senza risposta, ci sono gli spazi per farlo". Lo ha detto il viceministro degli esteri russo sostenendo che gli Usa hanno perso il senso della realtà. Lo riferiscono le agenzie russe. "Siamo certi che gli effetti di questa risposta saranno dolorosi per Washington" ha aggiunto. Putin: saremo in grado di sostiuire le importazioni che perderemo con le sanzioni Alla minaccia di nuove sanzioni mirate a colpire l'industria della difesa russa, il presidente Putin ha replicato che Mosca sarà in grado di sostituire le importazioni che verranno meno al settore.

Anche l'Ue ha imposto sanzioni ad altri 15 soggetti tra russi e ucraini. Le misure riguardano le restrizioni nella concessione di visti e il congelamento dei beni. I nomi degli esponenti colpiti dalle sanzioni saranno ufficialmente resi noti domattina, secondo quanto riferito da fonti diplomatiche. La decisione dovrebbe essere ufficializata quando sarà inserita nella Gazzetta ufficiale Ue, che dovrebbe avvenire, appunto, martedì.

Lotta tra la vita e la morte il sindaco di Kharkiv, Gennady Kernes, dopo essere stato gravemente ferito da alcuni proiettili che lo hanno raggiunto mentre passeggiava in bicicletta. Kernes è stato sottoposto a un intervento chirurgico e i medici stanno cercando di salvargli la vita. Kharkiv, nell'est, è la seconda città più grande dell'Ucraina. Milionario, figura di spicco del partito filo-russo dell'ex presidente Viktor Yanukovich e con stretti legami con Mosca, Kernes dopo il cambio di governo a Kiev si era schierato per preservare l'integrità dell'Ucraina. Una svolta che porta alcuni a puntare l'indice contro Mosca e le milizie filo-russe per questo attacco. Al momento, comunque, le autorità non hanno rilasciato commenti sui possibili aggressori.

Nuovi blitz dei filorussi in edifici pubblici Resta alta intanto la tensione nell’est del Paese, con i filorussi che in un blitz armato hanno occupato un commissariato di polizia e il municipio a Kostiantinivka, 60 km a nord di Donetsk. La città conta circa 80mila abitanti e si trova a metà strada tra Sloviansk, dove sono stati catturati e sono tuttora detenuti gli osservatori Osce, e il capoluogo regionale, Donetsk, anch'esso sotto il controllo dei separatisti. Nella stessa regione, sarebbe avvenuto uno scambio di colpi di arma da fuoco nell'area dell'aeroporto di Kramatorsk tra miliziani e truppe ucraine che presidiano lo scalo.

I filorussi che si sono impadroniti dal 6 aprile scorso della sede dei servizi segreti di Lugansk, nell'Ucraina orientale, hanno annunciato la creazione della Repubblica popolare di Lugansk in una riunione svoltasi ieri, senza la partecipazione dell'autoproclamato governatore locale. Annunciato anche un referendum per l'11 maggio per la federalizzazione del Paese. Lo riferisce una testata locale. In caso di aggressione, l'autoproclamata repubblica locale chiederà l'intervento delle forze di pace russe.

Nessuna novità invece sul fronte degli osservatori Osce in mano ai ribelli. Ieri uno di loro, di nazionalità svedese, è stato liberato per motivi di salute e ora si lavora per il rilascio degli altri, mentre la Croce Rossa ha chiesto di incontrarli. I filorussi che li hanno in ostaggio chiedono uno scambio con i separatisti arrestati. Della sorte degli osservatori hanno discusso i ministri degli Esteri di Russia e Germania, Serghei Lavrov e Frank-Walter Steinmeier.