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Nomine enti: tre donne alle presidenze: Marcegaglia Eni, Grieco Enel e Todini alle Poste

Mauro Moretti è il nuovo amministratore delegato di Finmeccanica dove, come presidente, rimane l'ex capo della polizia Gianni De Gennaro.

Cambio ai vertici dell'Eni dove arrivano Claudio Descalzi nel ruolo di ad, ed Emma Marcegaglia come presidente.

E cambio anche all'Enel dove vanno invece Patrizia Grieco alla presidenza e dove Francesco Starace è il nuovo ad.

Alle Poste infine arriva Luisa Todini come presidente e Francesco Caio è il nuovo ad.

Sono queste le nomine decise dal governo Renzi per i vertici delle più grandi società partecipate. Nell'infornata di nomine ai vertici delle grandi aziende, mancano indicazioni su Terna. Infatti, precisa Palazzo Chigi nel comunicato, "per quanto riguarda Terna, le cui nomine spettano al Cda di Cdp, le proposte dei vertici di Cdp saranno coerenti con i criteri seguiti dal Governo nelle nomine di propria competenza". Alla presidenza di Terna arriverà, con ogni probabilità Catia Bastioli,  ad di Novamont, azienda novarese leader nella produzione di chimica e plastica `verde´.

Cambi ai vertici promessi dal premier e che arrivano dopo moltissimo tempo, nel caso delle Poste 12 anni, e 9 invece per Eni ed Enel, anni in cui sono state guidate dagli stessi uomini. Cambi frutto di scelte non facili e sicuramente dibattute, come testimonia il ritardo della comunicazione delle nomine rispetto alla chiusura della Borsa e come dimostra anche l'aver rinviato ogni decisione sulla poltrona di amministratore delegato di Terna.

Per Eni ed Enel il governo ha scelto la strada della continuità aziendale. I due nuovi ad vengono infatti dall'interno delle due aziende dove hanno svolto buona parte della loro carriera. All'Eni c'è l'attuale capo della divisione Esplorazione&Ricerca Claudio Descalzi. In pratica, l'uomo che ha guidato i tecnici che vanno in giro per il mondo a cercare nuovi giacimenti di gas e petrolio.

Stesso discorso per Enel. Alla presidenza arriva un volto nuovo, Patrizia Grieco, attuale presidente di Olivetti e già manager di Siemens informatica. Nel ruolo operativo però il governo ha chiamato Francesco Starace, al momento amministratore delegato di Enel Green Power.

Due volti nuovi invece per le Poste, dove il nuovo ad Francesco Caio è stato ai vertici di Cable&Wireless, colosso inglese delle tlc. Caio era stato nominato dal governo Letta responsabile del progetto Agenda Digitale.

Con lui alla presidenza ci sarà Luisa Todini: imprenditrice dell'omonima famiglia di costruttori, ex parlamentare europea di Forza Italia e attuale consigliere di amministrazione della Rai. "So solo che non c'è incompatibilità - ha detto la Todini riferendosi al doppio incarico Rai/Poste -, ma l'opportunità verrà valutata in tempi rapidi. La mia esperienza mi ha insegnato che non si possono fare bene insieme troppe cose".

A Finmeccanica infine arriva Mauro Moretti, attuale ad di Ferrovie. Renzi lo avrebbe già voluto alla guida del ministero dello Sviluppo economico e non è un caso quindi che il premier lo abbia voluto al vertice del principale gruppo industriale italiano, con i suoi oltre 70mila dipendenti tra holding e società controllate. Alla presidenza riconfermato Giovanni De Gennaro.
Un tris di donne dunque, anche se solo nel ruolo di presidente che è solitamente un incarico più di rappresentanza rispetto all'operatività dell'amministratore delegato.

"Desidero augurare buon lavoro ai nuovi vertici di Enel, Eni, Finmeccanica e Poste italiane. Una squadra di professionisti di grande qualità e riconosciuta autorevolezza che, sono sicuro, lavoreranno per raggiungere gli obiettivi strategici ambiziosi di società che rappresentano asset fondamentali per il Paese".

E' il commento del presidente del Consiglio Matteo Renzi alla tornata delle nomine dei vertici delle partecipate. "Sono particolarmente soddisfatto - aggiunge il premier - per la forte presenza femminile, segno di un protagonismo che chiedeva da troppo tempo un pieno riconoscimento anche da parte del settore pubblico, in linea, anzi all'avanguardia, rispetto alle migliori esperienze europee ed internazionali".

I presidenti designati oggi dovrebbero guadagnare 238mila annui, come stabilito dalle nuove direttive che pongono come tetto massimo per le retribuzioni dei manager pubblici lo stipendio del Presidente della Repubblica, e come "consigliato" dal governo. "Gli amministratori delegati verranno pagati secondo un criterio di mercato. I presidenti non guadagneranno più di 238 mila euro, una novità che speriamo si imponga come best pactice. Rispetto ai competitor internazionali c'è stato un ridimensionamento", ha detto il sottosegretario alla presidenza del consiglio Graziano Delrio.

Alle nomine di ieri sera si è arrivati dopo una serie di incontri avuti dal premier Renzi che prima è stato ricevuto al Colle dal Presidente Giorgio Napolitano. Il presidente del Consiglio ha poi incontrato il leader del Nuovo Centro Destra Angelino Alfano e quindi, oggi, ha partecipato ad un lungo vertice tenutosi a palazzo Chigi, quattro ore in tutto, con il sottosegretario Graziano Delrio, il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan e quello delle Riforme Maria Elena Boschi.

Questa la nota di Palazzo Chigi in cui si indicano anche le liste per i rinnovi dei consigli d'amministrazione.

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