E' sempre più guerra e meno pace, in Ucraina. A meno di un'ora dalla richiesta di Putin, il Consiglio della Federazione (Senato), ha approvato all'unanimità la decisione di un intervento militare. Mosca precisa che non è automatico l'invio immediato di truppe. Anzi, si attendono le mosse di Kiev. Secondo la testata ucraina online Tizhden.ua ci sarebbero truppe russe anche a Zaporizhia nel sud-est del Paese. Kiev, Washington e Bruxelles sono in allarme. Lunedì Yulya Tymoshenko sarà a Mosca per discutere della crisi in Crimea. L'altro candidato alla presidenza, l'ex pugile Kiltschko, ha invece auspicato l'intervento dell'esercito ucraino.
E' sempre più guerra e meno pace, in Ucraina. A meno di un'ora dalla richiesta di Putin, il Consiglio della Federazione (Senato), ha approvato all'unanimità la decisione di un intervento militare. Mosca precisa che non è automatico l'invio immediato di truppe. Anzi, si attendono le mosse di Kiev. Secondo la testata ucraina online Tizhden.ua ci sarebbero truppe russe anche a Zaporizhia nel sud-est del Paese. Kiev, Washington e Bruxelles sono in allarme. Lunedì Yulya Tymoshenko sarà a Mosca per discutere della crisi in Crimea. L'altro candidato alla presidenza, l'ex pugile Kiltschko, ha invece auspicato l'intervento dell'esercito ucraino.
Per quanto riguarda il referendum sullo status della Crimea, il portavoce del premier filo russo Serghei Aksenov ha annunciato in tarda mattinata che la consultazione decisa giovedì scorso dal parlamento della regione autonoma sarà anticipata dal 25 maggio al 30 marzo.
E' quella lingua di terra donata da Nikita Krushev alla sua Ucraina ad aprire le porte alla decisione di Putin. Russofona e filorussa ha visto un'escalation di proteste contro il nuovo governo di Kiev e il rovesciamento di Yanukovich. Prima le manifestazioni. Poi l'irruzione negli uffici del Parlamento, un "premier della Crimea, Sergiy Aksyonov, le milizie filorusse nelle strade, due aeroporti chiusi. Venerdì sera l'impennata: Kiev denuncia la presenza di 2000 paracadutisti russi arrivati su 13 aerei militari. Poi sabato, il ministro della Difesa accusa l'invio di altri 6000 soldati. Dal Mosca nessuna conferma ufficiale mentre il "premier" filorusso della Crimea annuncia, che a "proteggere" i principali edifici in Crimea, sono arrivati in mattinata i militari russi della flotta sul Mar Nero.
Il desposta russo Ras-Putin invade (ma nega) il suolo ucraino con mezzi in Crimea.
"Un aiuto per ristabilire la calma e la pace sulla penisola ribelle". La richiesta a Vladimir Putin arriva direttamente dal neo premier filo russo della Crimea, Sergiy Aksyonov, dopo giorni di blitz e tensione alle stelle nella regione.
Immediata la risposta del Cremlino che, in un comunicato, garantisce: la Russia non ignorerà la richiesta di aiuto. E proprio ieri sera Putin ha rotto un silenzio che ormai durava da settimane: ha chiamato il premier britannico Cameron, la cancelliera tedesca Merkel e il presidente Ue, Van Rompuy, iper sottolineare l'estrema importanza di evitare qualsiasi ulteriore escalation di violenza" in Ucraina e "la necessità di una rapida normalizzazione della situazione". Una situazione che sta peggiorando di minuto in minuto: è infatti di mezzogiorno la notizia che è stato chiuso l'aeroporto di Simferopoli, già sotto controllo di militanti filo russi da ieri notte.
Questa mattina poi un'altra accusa alla Russia: per il ministro della Difesa ucraino, Ihor Tenyukhe, Mosca avrebbe inviato "di recente" in territorio ucraino altri 6mila militari (oltre ai duemila parà di ieri ,ndr) e 30 blindati. Il rappresentante del governo ha poi aggiunto che le Forze Armate nazionali sono in stato di massima allerta in Crimea. Dal canto suo, il premier ucraino Arseny Yatseniuk ha definito "inaccettabile" la presenza di "blindati russi nel centro delle città dell'Ucraina", e ha sollecitato la Russia a cessare ogni operazione militare.
Kiev, ha aggiunto Yatsenyuk, non cederà alle "provocazioni". A proteggere i principali edifici in Crimea, riferisce il neo premier filo russo della Crimea Aksynov, sono arrivati in mattinata i militari russi della flotta sul Mar Nero.
Per quanto riguarda il referendum sullo status della Crimea, il portavoce del premier filo russo Serghei Aksenov ha annunciato in tarda mattinata che la consultazione decisa giovedì scorso dal parlamento della regione autonoma sarà anticipata dal 25 maggio al 30 marzo.
E questa notte, al termine di una giornata convulsa, piena di notizie contrastanti proprio dal fronte ucraino, da Washington Barack Obama ha preso la parola. In una breve conferenza stampa allestita all'ultimo nella sala briefing della Casa Bianca, il presidente Usa ha parlato della vicenda in Crimea manifestando la preoccupazione degli Stati Uniti per le informazioni di movimenti di militari della Federazione Russa in Ucraina. Poi l'avvertimento a Mosca: "Ogni intervento armato nella crisi ucraina sarebbe profondamente destabilizzante per l'Ucraina e potenzialmente pericoloso". Poi ancora: Obama parla di "chiara violazione dell'impegno russo al rispetto dell'indipendenza, della sovranità e delle frontiere dell'Ucraina, delle leggi internazionali".
E alla luce degli ultimi sviluppi internazionali- ha dichiarato un alto funzionario della Casa Bianca - gli Stati Uniti si stanno consultando con i partner europei sulla partecipazione al summit del G8 previsto per giugno a Sochi. "E' difficile immaginare come noi ed altri leader - aggiunge il funzionario - potremmo partecipare a G8 a Sochi se la Russia interverrà in Ucraina".
Il presidente della commissione Ue Josè Manuel Barroso ha lanciato un appello per il rispetto dell'unità e della sovranità dell'Ucraina. Barroso ha fatto un appello perché sia "garantita la pace regionale".
Tensione altissima, quindi, nella penisola meridionale russofona dell'Ucraina. Ed è di questa mattina la notizia diffusa dall'Ansa che alcuni gruppi di cosacchi russi stanno pattugliando, insieme a forze di sicurezza crimee, il checkpoint nei pressi della città di Armiansk lungo la linea di confine. Ci sarebbero almeno due postazioni di mitragliatrici. Ieri il governo di Kiev ha accusato Mosca di aggressione dopo l'"invasione", come l'ha definita il ministro dell'Interno, di due aeroporti della penisola russofona: quello di Simferopoli e quello di Sebastopoli.
L'Ucraina - ha fatto sapere un portavoce del gigante energetico russo Gazprom all'agenzia russa Ria Novosti - ha "un'enorme" debito di gas non pagato alla Russia.,pari a 1,55 miliardi di dollari. In più, il prezzo di favore accordato a Kiev da Mosca potrebbe essere messo in discussione. "Abbiamo buoni rapporti con l'Ucraina, il transito funziona, bisogna solo pagare il gas", ha aggiunto il portavoce.
Usa: serve mediazione internazionale Convocato ieri, su richiesta del governo di Kiev, il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha tenuto un vertice di emergenza dove l'ambasciatore ucraino, Iuri Sergeyev ha chiesto "aiuto perché si preservi l'integrità territoriale". L'ambasciatrice Usa, Samantha Power, ha chiesto che si attivi subito una "mediazione internazionale" per tutelare l'incolumità e la sovranità del territorio.
Ieri notte due importanti aeroporti della penisola russofona ucraina sono caduti in mano ai miliziani filorussi: quello della capitale Simferopoli e quello di Belbek, a 20 chilometri da Sebastopoli, dove è di stanza la flotta russa del Mar Nero. Non è ben chiaro se gli autori di questi blitz siano stati paramilitari filorussi o truppe regolari di Mosca, sulle cui mimetiche non c'è alcun segno distintivo. La flotta di stanza nel Mar Nero ha negato qualsiasi coinvolgimento. Kiev denuncia anche la violazione dello spazio aereo da parte di elicotteri russi.
Già ieri mattina il ministro dell'Interno ucraino, Arsen Avakov, aveva accusato Mosca di "invasione armata". Il neopremieri Oleksander Turchynov aveva lanciato un appello a Putin via TV per lo stop immediato dell'aggressione che, secondo Kiev, avrebbe come obiettivo provocare una reazione ucraina e annettere poi con la forza la Crimea. Le forze di Kiev non hanno più il controllo della penisola.
Da Mosca, intanto, è arrivata la direttiva al Consolato Russo di Simferopol: rilasciare il passaporto russo ai Berkut, le teste di cuoio accusate di numerosi crimini per reprimere la rivolta filoeuropeista anti Yanukovich. Il presidente deposto da Rostov sul Don ha dichiarato che continuerà a lottare per sconfiggere i "giovani neofascisti" e che non si candiderà alle presidenziali di maggio perchè le considera illegittime. E mentre la Procura Generale di Kiev annuncia di aver spiccato mandati di arresto per una decina di figure di spicco del suo regime anticipa anche che chiederà la sua estradizione dalla Russia.
E proprio dalla Russia, ieri pomeriggio verso le 14 ora italiana il presidente deposto ucraino Viktor Yanukovich ha tenuto la sua prima conferenza stampa da latitante. L'ex "uomo forte di Kiev" ha fatto sapere che "la Crimea deve rimanere parte integrante dell'Ucraina pur mantenendo legami con la Russia". Di nuovo ha denunciato quello che chiama un golpe per la rottura dell'accordo firmato il 21 febbraio con le opposizioni. Intanto Svizzera, Autria e Lichetenstein hanno congelato i beni di una ventina di leader ucraini. Lui compreso.
Il nuovo governo chiederà alla Russia l'estradizione di Yanukovich mentre cerca i suoi uomini forti all'interno dei confini nazionali. La Procura Generale ucraina ha spiccato mandati d'arresto a carico di dieci esponenti del passato regime tra cui Viktor Pshonka, gli ex ministri dell'Interno e della Giustizia. L'accusa, per tutti, è di concorso in strage.