Il colosso russo Gazprom minaccia di interrompere le forniture di gas all'Ucraina. "L'Ucraina ha de facto smesso di pagare il gas - dice l'amministratore delegato di Gazprom, Alexei Miller - Non possiamo fornire il gas gratis. Per cui, o l'Ucraina paga il debito e paga le attuali forniture, oppure il rischio è quello di ripetere la situazione dell'inizio del 2009". Nel gennaio 2009 Mosca ridusse le esportazioni di gas all'Ucraina, tagliando anche drasticamente le forniture all'Europa, che passano attraverso l'Ucraina.
Putin spera tuttavia di trovare un'intesa per evitare una guerra fredda. A dirlo il portavoce del Cremlino dopo la telefonata nella notte con Barack Obama dove invece sono emerse tutte le divergenze sul futuro dell'Ucraina.
Intanto il premier Arseni Yatsenyuk ha annunciato che Kiev firmerà tra poche settimane la parte politica dell'accordo di associazione con l'Unione europea, mentre la parte sul libero scambio sarà siglata più avanti. Il congelamento della firma di questo accordo tra Kiev e Bruxelles fece scoppiare a fine novembre la protesta antigovernativa che nel giro di tre mesi ha portato alla caduta dell'ormai ex presidente Viktor Ianukovich.
Il Fondo monetario internazionale "è pronto ad aiutare il popolo ucraino a sostenere il programma economico delle autorità e a mettere l'Ucraina saldamente sul sentiero della buona governance economica e la crescita sostenibile, proteggendo i poveri e i più vulnerabili".
Lo si legge in una nota di Reza Moghadam, il direttore del dipartimento europeo del Fmi, che ieri e oggi ha condotto dei colloqui con il primo ministro ucraino, Arseny Yatsenyuk, il ministro delle Finanze, Oleksandr Shlapak, il governatore della Banca centrale, Stepan Kubiv, e altri esponenti economici del governo. "Sono positivamente colpito - ha aggiunto Moghadam - dalla determinazione delle autorità, dal loro senso di responsabilità e dall'impegno dimostrato per un'agenda di riforme economiche e di trasparenza". "La nostra missione di inchiesta - ha detto ancora il dirigente Fmi - a Kiev dal 4 marzo, sta procedendo bene e sta sviluppando una buona comprensione su come correggere gli squilibri per stabilizzare l'economia ucraina. Queste valutazioni guideranno in seguito le nostre raccomandazioni".
Al grido "la Crimea è con noi", oltre 65mila persone si sono radunate davanti al Cremlino con bandiere russe e cartelli per esprimere solidarietà ai cittadini russofoni della repubblica autonoma ucraina che vogliono aderire alla Federazione. I manifestanti si sono dati appuntamento nei pressi della cattedrale di San Basilio, a pochi passi dal Cremlino.
"La Crimea è terra russa", "Siamo con voi", sono alcuni dei cartelli mostrati dai manifestanti. Il presidente del Parlamento della Crimea, Vladimir Konstantinov, dal palco, ha portato il saluto della regione. "Abbiamo preso una decisione storica" ha affermato Konstantinov riferendosi alla richiesta del Parlamento della regione autonoma di aderire alla Russia. Una decisione che sarà ratificata con un referendum il prossimo 16 marzo. "Sappiamo che la Russia non ci abbandonerà mai, il popolo russo starà sempre con noi" ha proseguito tra gli applausi.
Gli osservatori dell'Osce non sono riusciti neanche oggi ad entrare in Crimea, bloccati da uomini armati a un check point delle milizie filo-russe, nell'istmo orientale di accesso alla penisola. La delegazione sta rientrando nella città ucraina di Kherson per la notte. Alcune fonti riferiscono che al gruppo è stato detto di non aver ricevuto l'invito ufficiale a entrare in Crimea. Il check point è presidiato massicciamente da uomini in uniforme militare senza insegne.
Le tensioni in Crimea hanno riflessi anche sulle Paralimpiadi invernali, che si sono aperte a Sochi. Alla cerimonia di apertura non parteciperanno le delegazioni governative di Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Germania, Norvegia e Finlandia. Ci saranno invece gli atleti dell’Ucraina, la cui presenza è stata a lungo in dubbio. "Se ci fosse una escalation nel conflitto, un intervento militare sul territorio del nostro Paese, non potremmo rimanere qui e andremmo via" ha però detto il presidente del Comitato paralimpico ucraino, Valeriy Sushkevic.
Le Paralimpiadi devono "restare fuori dalle vicende politiche" e dalla crisi in Ucraina: è l'appello lanciato da Vladimir Putin in un incontro con il presidente del Comitato paralimpico ucraino, Valeriy Sushkevich. Il presidente russo ha anche auspicato che le Paralimpiadi possano contribuire ad attenuare le tensioni tra Russia e Occidente sull'Ucraina, nel corso di un incontro con il presidente del Comitato Paralimpico Internazionale, Philip Craven.