Mancano cinque giorni al referendum che potrebbe sancire l'annessione della Crimea alla Federazione Russa e la penisola è sempre più lontana da Kiev. Non risuonano nemmeno più i richiami all'unità del premier ucraino Arseni Yatseniuk - "Non cederemo mai" - che mercoledì incontrerà il presidente Obama alla Casa Bianca.
Le autorità della Crimea hanno annunciato, questa mattina, che nazionalizzaranno le navi della flotta ucraina dislocata a Sebastopoli, dove la lingua russa ha già sostituito l'ucraino nei documenti ufficiali e a breve anche gli stipendi verranno pagati in rubli. E proprio oggi Viktor Yanukovich è tornato a parlare da Rostov sul Don: "Resto io il presidente e il comandante dell'esercito. Le elezioni convocate per il 25 maggio sono illegittime". Sull'attuale governo di Yatseniuk, ha detto che "è formato da estremisti" e "la legge impedirebbe agli Usa di dare aiuti a governi illegittimi".
Intanto sul tavolo Onu e Ue giocano senza successo le carte diplomatiche e minacciano conseguenze mentre Mosca, dopo aver bocciato le proposte Usa e anche l'ipotesi di un gruppo di contatto, di cui si è fatta portavoce Angela Merkel, per la prima volta ne preannuncia di proprie. Il ministro degli Esteri Lavrov ha specificato che le proposte statunitensi "non vanno bene perché evocano un presunto conflitto tra Mosca e Kiev", Mosca avrebbe quindi un suo piano per "portare la situazione nella cornice della legge internazionale, tenendo contro degli interessi di tutti gli ucraini senza eccezione".
Quando il 16 marzo si terrà il referendum sull'adesione della Crimea a Mosca, in Russia non sarà ancora pronta la legge semplificata per l'annessione. La Duma, il ramo basso del parlamento, ha fissato per il 21 marzo la prima lettura del disegno di legge, che consente di inglobare territori stranieri sulla base di un semplice referendum, abolendo la necessità di firmare accordi internazionali.
Le autorità della Crimea intendono nazionalizzare le navi della flotta ucraina dislocata a Sebastopoli. "La flotta ucraina a Sebastopoli sarà interamente nazionalizzata. Non intendiamo lasciar uscire le navi ucraine da Sebastopoli", ha annunciato il premier locale Serghiei Aksionov, non riconosciuto e ricercato da Kiev. "Abbiamo precluso l'uscita - ha aggiunto - anche alla flotta civile Cernomor Neftegas", che comprende navi cisterna e per l'esplorazione marittima dei giacimenti di gas e petrolio nel Mar Nero.
La Nato, intanto, ha deciso di far alzare in volo i suoi aerei radar sui cieli di Polonia e Romania per "monitorare la crisi in Ucraina", precisando che i voli di ricognizione degli Awacs saranno "esclusivamente" sul territorio dell'Alleanza.
"Ci stiamo impegnando a sostenere il popolo ucraino in questo momento difficile e auspichiamo che la situazione nel Paese si stabilizzi presto", ha detto il presidente della Banca Mondiale Jim Yong Kim. Sarebbero in arrivo tre miliardi di euro a sostegno del processo di riforme.