Potere della Rete. La Rete decide, la Rete espelle. E' bufera nel Movimento 5 Stelle dopo che gli iscritti al blog di Grillo hanno votato a favore dell'espulsione dei 4 senatori 'dissidenti' Francesco Campanella, Lorenzo Battista, Luis Orellana e Francesco Bocchino colpevoli di aver criticato l'atteggiamento di Grillo nel faccia a faccia con Renzi. A favore hanno votato 29.883 utenti web, contro 13.485. In totale i votanti sono stati 43.368. Ad annunciare il risultato è stato su Twitter lo stesso Grillo. L'espulsione era stata votata in precedenza dall'assemblea dei parlamentari, con forti tensioni, pianti e insulti. Lo stesso leader M5S era intervenuto sul blog a favore della loro cacciata.
Con l'espulsione dei quattro 'dissidenti', salgono a sette i parlamentari pentastellati estromessi dal Movimento. Prima di loro stessa sorte è toccata a Marino Mastrangelo, per aver preso parte a dei talk-show, e Adele Gambaro, accusata di aver criticato duramente Beppe Grillo. E Paola de Pin per essersi espressa a favore della collega. Si profila ora l'ipotesi di un gruppo autonomo dei grillini 'dissidenti' al Senato.
Già prima della fine della consultazione sul web, ieri alle 19, Orellana aveva annunciato la sua volontà di dimittersi. "La decisione è irrevocabile" a meno di un voto contrario della rete: "a quel punto - ha detto - ci tocca e restiamo al nostro posto". Stesso approccio per Fabrizio Bocchino e Lorenzo Battista che ha detto: "Io mi dimetto da senatore, poi se la rete ci salverà vedremo". Pure Maurizio Romani ha confermato su Facebook la sua volontà di lasciare. Mentre Alessandra Bencini tra le lacrime ha detto: "Basta. Voglio tornare a casa, così non va".
Al momento si tratta di dimissioni annunciate: nessuna lettera è stata recapitata infatti alla presidenza del Senato. Nonostante le dichiarazioni, in serata né alla segreteria generale né al gabinetto spono arrivate lettere di formalizzazione di dimissioni da senatore. Passaggio che Luis Alberto Orellana, Francesco Campanella, Fabrizio Bocchino e Lorenzo Battista, insieme alla collega dissidente Monica Casaletto dovrebbero concretizzare questa mattina.
Ancora non si conosce il numero dei senatori che potrebbero dimettersi per sostenere la causa dei quattro 'dissidenti'. C'è chi dice quattro, altri dieci. Mentre per il senatore Roberto Cotti sono "più di trenta i parlamentari pronti a difendere" e a costituire un gruppo autonomo. Anche da Montecitorio arriva il sostegno del deputato Alessio Tacconi che, alla Zanzara su Radio24, annuncia: "Esco dal gruppo M5S alla Camera ma per quanto riguarda gli altri non posso parlare io. Con questo voto si è dimostrato che non è possibile andare contro il parere di Casaleggio e Grillo. Il sistema di voto è in mano alla Casaleggio Associati e ci dobbiamo fidare. Se fosse affidato a terzi sarebbe più trasparente".
A Palazzo Madama, ieri, si è tenuta una riunione drammatica per tentare di ricompattare il gruppo sempre più diviso. La tensione all'assemblea è cresciuta al tal punto che una decina di parlamentari hanno deciso di andare via e la senatrice Alessandra Bencini è scoppiata a piangere. Lo scontro è avvenuto con il capogruppo, Maurizio Santangelo, quando la senatrice Serenella Fucksia ha chiesto di invalidare la congiunta (che ha dato il via libera alle quattro espulsioni) "non valida perché prima dovevano riunirsi i senatori". Alla richiesta si è aggiunto Lorenzo Battista, uno dei quattro nel mirino, che a Santangelo ha chiesto: "Chiama Grillo e digli che l'assemblea non era valida". Ma Santangelo ha risposto senza mezzi termini: "Sai che c'e'? Vattene!". Più tardi lo stesso Santangelo però ha affermato: "Stiamo cercando di ricucire, staremo a vedere. Sono ottimista ma se non va ce ne faremo una ragione". Insulti e lacrime A quel punto i quattro 'dissidenti' insieme ad alcuni colleghi (Bencini, Romani, Pepe, Fedeli, Vacciano, Bignami e Iannuzzi) hanno abbandonato la riunione, accusando i colleghi 'ortodossi' di essere "peggio dei fascisti" annunciando la loro volontà di presentare le dimissioni. Anche le senatrici Casaletto, Mussini e De Pietro hanno annunciato la stessa intenzione.
I quattro "dissidenti" sotto accusa si sono difesi ieri sera con un video postato su Facebook: "Abbiamo rispettato le regole, è un'operazione costruita ad arte". Mentre il comico genovese sul suo blog ha diffuso un videomessaggio per rispondere alle critiche. E sull'ipotesi di dimissioni dei senatori dice: "Saremo di meno ma più coesi".