Prosegue il dibattito sul futuro del governo, e il segretario del Pd spinge sulle riforme in vista del confronto sulle sorti del governo previsto il 20. Per Matteo Renzi l'opportunità, o l'azzardo, di andare a palazzo Chigi non è più un'ipotesi da escludere. E il portavoce del Nazareno, Guerini, sottolinea che il Pd sta lavorando sul rilancio dell'azione del governo "senza nessuna preclusione sulle soluzioni".
Matteo Renzi esclude elezioni anticipate e ieri scrive in un tweet: "A me conviene votare, ma all'Italia no". Ogni decisione è rimandata al voto sulla legge elettorale la settimana prossima a Montecitorio. "Se la riforma passa, se tutto il gruppo Pd è compatto attorno a Renzi, sarà un segnale che non potrà non avere ricadute sullo schema di governo", dice un renziano tra i più convinti sulla necessità di un cambio a palazzo Chigi tra Enrico Letta e il segretario democratico.
Con Renzi premier, è il ragionamento, si potrebbe arrivare fino a fine legislatura nel 2018 e sarebbe una legislatura costituente, nella quale si portano a compimento le riforme istituzionali. Nel rispetto delle richieste del Colle. E Renzi, dice la stessa fonte, resterebbe anche segretario del Pd. "Almeno per un anno, poi magari nel 2015 si fa il congresso. E se non resta lui segretario, comunque sarebbe una personalità della nostra area. Cioè, il congresso lo abbiamo vinto noi...". Ovviamente la ricandidatura a sindaco di Firenze, almeno quella, verrebbe meno.
Giovanni Valentini, giornalista di Repubblica, ieri mattina ha scritto su Twitter: "Voglio dirlo subito, se Matteo Renzi fa un governo con Berlusconi, gli tolgo il voto e anche il...saluto!". Pronta la risposta del segretario democratico: "Non rischiamo né voto, né saluto allora". Poi in un tweet successivo ha aggiunto: "Siamo a un passo da una riforma storica. Senato, province, legge elettorale, titolo V. A me conviene votare, ma all'Italia no".
Secondo i quotidiani, il Quirinale starebbe valutando le ipotesi sulle quali la Direzione dei dem si esprimerà il 20, e secondo il Corriere della Sera sarebbe al lavoro per un rilancio del governo Letta.
Il vicepremier Angelino Alfano in un'intervista al Tg1: "La maggioranza sembra di fronte ad un bivio: o un governo Letta bis oppure una staffetta con Renzi". Quanto al Nuovo Centrodestra, Alfano risponde: "Ncd vuole il bene dell'Italia. Noi siamo pronti a continuare a sostenere Letta, pensiamo però che sia indispensabile che ci creda davvero il Pd che è il partito di Letta".
Laura Ravetto di Forza Italia: "Il futuro di questo governo è un problema del Pd. Forza Italia rimane disponibile al dialogo sulle riforme, ma rimane fermamente all'opposizione di un governo di questa natura". Scelta civica chiede un chiarimento prima dell'incontro del Pd del 20 febbraio.
Continuano i commenti sul progetto di riforma del Senato di Matteo Renzi. Un Senato dei sindaci, con la presenza di presidenti di Regione ed esponenti della società civile. Senza stipendio, senza potere di sfiduciare il governo e con una produzione normativa ridotta "al minimo".
Un’assemblea di 150 persone formata da sindaci e presidenti di Regione, oltre a un gruppo di esponenti della società civile scelti dal capo dello Stato. Novità più eclatante: per questo mandato non percepiranno alcuna indennità.
"Una proposta seria che merita di essere approfondita". Questa il pensiero dell'ex ministro della Salute di Scelta civica, Renato Balduzzi, sulla riforma del Senato targata Matteo Renzi. Anche se, qualche dubbio, comunque rimane. "Poniamo una domanda: ha senso un'assemblea, sul modello del Bundesrat tedesco, composta interamente da nominati?". "Noi solleviamo un punto su cui riflettere. È vero che, vista la partecipazione di sindaci e presidenti di Regioni alla composizione del nuovo Senato, il pluralismo delle autonomie territoriali è certamente assicurato. Noi chiedevamo, però, che vi trovassero rappresentanza anche le cosiddette autonomie funzionali. Come le Università o le Camere di commercio, solo per fare qualche esempio".