Appuntamento alle 16 a Largo del Nazareno sotto il quadro di Che Guevara e Fidel Castro che giocano a golf. In barba a tutte le polemiche, sul risvolto simbolico ma anche e soprattutto politico di un incontro per trattare con il nemico numero uno a sinistra, Matteo Renzi si prende la scena delle "Invasioni barbariche" per annunciare con un colpo di teatro che vedrà Silvio Berlusconi alla sede del Pd. E a chi ha provato a dissuaderlo e a temere l'intesa con il Cavaliere replica con il motto "male non fare paura non avere": bisogna "trattare con Forza Italia per non andare al governo con Forza Italia". Alfano attacca e dice che l'accordo con Berlusconi porta alla caduta del governo e insiste sul sindaco d'Italia? "Secondo me se c'è un accordo vero fra Pd e Forza Italia anche Alfano ci sta". E' arrivato il momento di cambiare, è il mantra renziano ribadito anche ieri sera, e io "sto mettendo la faccia su una cosa che non sono riusciti a fare quelli di prima".
''Le riforme non sono un selfie, che uno le fa da se ''. Ricorre alla metafora degli autoscatti fotografici il segretario del Pd Matteo Renzi per dire che sulla legge elettorale bisogna coinvolgere anche le opposizioni e, quindi, Forza Italia. ''Io sono l'ultima spiaggia per il popolo del Pd'' dice Renzi, che chiede di varare subito la riforma della legge elettorale: ''Rimandare, rimandare, rimandare mi fa venire il sangue alla testa''. E sul nuovo sistema di voto, il sindaco di Firenze esprime fiducia ''se c'è accordo vero con Forza Italia, anche il Nuovo Centrodestra ci sta''.
''A me interessa cambiare finalmente il Paese'' - dice il leader Pd, che ricorre ad un'altra metafora - le etichette o i temi di discussione in uso sul social network twitter - per rassicurare il premier Letta sul suo sostegno all'esecutivo: ''Diamo un hashtag: #Enrico stai sereno. Nessuno ti vuole prendere il posto''. Al presidente del Consiglio, il sindaco di Firenze riconosce anche un merito: ''quando si occupa di politica estera è bravissimo''.
Infine, un messaggio ai parlamentari vicini a Pierluigi Bersani che si oppongono all'incontro tra il segretario Pd e Berlusconi e che in giornata hanno detto: "Se si chiude il patto Berlusconi-Renzi che esclude tutti gli altri, la maggioranza finisce domani". ''Non mettano i bastoni tra le ruote - dice Renzi - sto mettendo la faccia su una cosa che gli altri non riescono a fare da anni, non mi interessa una legge elettorale che avvantaggi solo il Pd. Bisogna dire basta al ricatto dei partitini. Si fa la nuova legge elettorale con Berlusconi, per non dover fare mai più governi con lui''.
Renzi e Berlusconi si vedranno oggi alle 16, nella sede del Pd al Nazareno. Con i due leader ci saranno Gianni Letta e il portavoce della segreteria del Pd, Lorenzo Guerini. Avvertimenti alla tenuta di Letta arrivano anche da Ncd, Scelta Civica e Popolari per l'Italia che chiedono un vertice immediato "per evitare - dicono - che il sottile equilibrio su cui si regge il governo, anche per le tensioni interne al Pd, provochi una crisi al buio".
Dopo un incontro, descritto come molto difficile, con Renzi e il premier, il leader di Ncd Alfano è salito stamattina al Quirinale per un colloquio con Napolitano. Intanto, la Lega apre all'incontro con Renzi sulla riforma elettorale, mentre M5S lo esclude. Il leader Dem per ora ha visto il ministro Lupi.
Il documento è siglato dai capigruppo delle tre forze politiche, Enrico Costa, Maurizio Sacconi, Andrea Romano, Gianluca Susta, Lorenzo Dellai e Lucio Romano: "La riforma sulla legge elettorale è un passaggio così delicato - si legge - che richiede un'ampia intesa tra le forze di maggioranza". Al centro dell'auspicato confronto un pacchetto di riforme di cui discutere che comprende anche diminuzione del numero dei parlamentari e superamento del bicameralismo paritario.
L'ufficio di presidenza della commissione Affari costituzionali della Camera, terminate le audizioni di esperti, ha stilato il nuovo calendario dei lavori sulla riforma elettorale. Come già stabilito nella scorsa riunione, la discussione generale prenderà il via lunedì, alle 14,30, con possibile prosecuzione serale, per poi riprendere la mattina di martedì, alle 9.
Riforma elettorale, piano del lavoro e rapporti col governo: sono queste le tre priorità di Renzi "Nei prossimi quattro mesi dobbiamo portare a casa dei risultati, se andiamo avanti come se niente fosse saremo spazzati via". Il segretario Dem ribadisce però di non voler dare un ultimatum a Letta anzi sottolinea di essere "l'unico nel partito che non ha mai messo un termine ultimo al governo. Ho sempre detto che va avanti finché si fanno cose e si realizzano risultati".