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L’Ucraina ad un passo dalla guerra civile: ultimatum dell’opposizione al presidente Yanukovich

Resta alta la tensione a Kiev dove la protesta filoeuropeista e antigovernativa, che va avanti da due mesi, si è riaccesa violentemente domenica scorsa. Ieri si sono registrati i primi morti. Ma il bilancio è ancora incerto: 2 secondo le autorità, 5 secondo il centro medico dei manifestanti che parla anche di 300 feriti. Le due vittime accertate sarebbero state uccise a colpi di fucile dalla polizia, che però nega di aver usato proiettili convenzionali. Ma i manifestanti denunciano che sono quattro le persone morte a seguito degli spari delle forze dell’ordine. Tra le vittime, ci sarebbe anche un giovane deceduto dopo essere caduto dalla colonnata dello stadio della Dinamo Kiev, ma per le autorità si tratta di fantasie: secondo loro è ancora vivo ed è ricoverato in ospedale perché caduto da un tetto mentre cercava di montare un'antenna.

La Russia non interverrà in alcun modo negli affari interni dell’Ucraina e deplora “l’evidente ingerenza straniera” nella crisi politica del Paese. Lo ha detto il portavoce del Cremilino, Dmitri Peskov, in un’intervista al tabloid Komsomolskaia Pravda.

Ieri l'opposizione ucraina ha lanciato un ultimatum al presidente Viktor Yanukovich, chiedendo elezioni anticipate: se non farà delle "concessioni" entro 24 ore, i manifestanti "passeranno all'offensiva". Lo ha detto uno dei leader dell'opposizione, l'ex campione di boxe Vitali Klitschko, dopo l'infruttuoso incontro con i presidente. Ieri Yahukovich aveva esortato i manifestanti a non seguire i "politici radicali".

Intanto Usa e Ue hanno fatto sentire la loro voce: gli Stati Uniti hanno revocato "i visti di diversi ucraini legati alle violenze", mentre il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, ha detto di valutare "la possibilità di azioni a livello Ue".

Le proteste si sono riaccese domenica dopo l’approvazione di leggi che inaspriscono fortemente le pene per chi partecipa a manifestazioni non autorizzate o occupa edifici pubblici (i dimostranti occupano dal primo dicembre il municipio di Kiev e la sede dei sindacati). Inoltre, pene severe anche per chi monta tende in un luogo pubblico senza permesso e per chi manifesta a volto coperto.

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