Basta sfilacciamenti, basta pasticci, basta litigi: Enrico Letta è "determinato" ad andare avanti e si concentra sul rispetto del programma che da qui alle prossime settimane dovrà dare, subito, il segno tangibile del "cambio di passo" che intende imprimere all'esecutivo. Anche grazie al ruolo di Matteo Renzi. "Il Pd ha eletto un segretario determinato, con tanta voglia di fare e che darà un contributo importante", dice il premier glissando sugli attriti tra i due. Perché "è passato il tempo in cui la politica poteva permettersi di passare il tempo a litigare e a misurare il vari gradi di disgelo. I problemi sono altri", avverte il premier che, intervistato su Rainews24 dal direttore Monica Maggioni, ricorda: "Abbiamo queste due settimane fino al 20-21 gennaio in cui discuteremo di tutte le questioni che abbiamo di fronte", anche di un eventuale rimpasto di governo che il premier non esclude affatto.
Ma le priorità su cui misurare il nuovo passo del governo sono comunque il contratto di coalizione e la legge elettorale. Il primo, già al vaglio delle forze di maggioranza, verrà messo a punto nei prossimi giorni con l'obiettivo di portarlo all'esame del Parlamento "entro la fine del mese". E sempre a fine mese partirà anche il confronto sulla legge elettorale, subito dopo la pubblicazione delle motivazioni della Consulta. "Penso che abbiamo una settimana davanti molto impegnativa: si aspettano le decisioni della Corte costituzionale. Allora quella del 27 gennaio potrà essere la data di partenza per la legge elettorale" sul cui modello, tuttavia, il premier vuole che ci sia un accordo a monte, "nella maggioranza", prima che venga proposto all'opposizione.
Insomma, "questo 2014 inizia con una situazione in cui possiamo passare dall'emergenza finanziaria all'opportunità di far ripartire il Paese, ma ciò dipende da ciò che facciamo, dalle regole e politiche sul lavoro e dal contributo che l'Italia darà a un'Europa diversa che non sia di austerità. Il nostro ruolo credo sarà importante. L'Italia deve avere l'ambizione di giocare come leader europeo". Nel frattempo, Letta deve cercare di mantenere dritta la barra della nave, troppo spesso esposta a intemperie che la distolgono dalla rotta. Il governo ha messo una prima "toppa" a quella che lo stesso Letta definisce una "bastonata" di Strasburgo sulla questione del cognome dei figli ma nei giorni scorsi è dovuto correre ai ripari sulla questione "paradossale", dice, degli scatti di anzianità agli insegnanti, o sull'Imu-Tasi. "Non ci deve essere più quel tipo di sfilacciamenti nelle decisioni", assicura promettendo di aver tratto "insegnamento" dalle ultime vicende.
Ma le emergenze non mancano: c'è il caso dei marò per il quale va trovata subito una soluzione con la task force chiamata a palazzo Chigi. "Sarebbe inaccettabile che le assicurazioni che ci sono state date non vengano rispettate", avverte il presidente del Consiglio pronto ad "assumere, in ogni sede, tutte le iniziative necessarie" nei confronti del governo indiano. Insomma, dopo "tre anni di emergenze finanziarie" e dopo "cinque mesi di continua scossa tellurica che ci ha fatto faticare" ora il governo deve comportarsi in modo conseguente: ha una "maggioranza ridotta ma più coesa". E non può permettersi di non "realizzare un cambio di passo".