Il tre settembre dello scorso anno, alle ore 10.20, presso il comando stazione carabinieri di Selargius (Ca), una signora di 46 anni, del luogo, aveva denunciato che nella serata del giorno precedente, intorno alle ore 21.00, mentre si trovava in Cagliari, via Milano, le era stato letteralmente strappato dalle mani un “cucciolo di Pincher”, che aveva intenzione di vendere, da parte di un individuo presentatosi come presunto acquirente e che successivamente si è dato alla fuga facendo perdere le sue tracce.
Le indagini hanno poi permesso di identificare il presunto autore, P. M., 27 anni di Quartu S.E. (Ca), pregiudicato, che 15 dicembre 2013, è stato sottoposto a perquisizione domiciliare con decreto dell’autorità giudiziaria dove è stato trovato e sequestrato un “cucciolo di Pincher” risultato essere quello scippato alla donna.
L’autore del fatto, sostenuto dai familiari, ha invece asserito che l’animale era di sua proprietà da oltre un anno e pertanto da data anteriore rispetto allo scippo, affermando quindi di non essere lui il responsabile del furto.
L’identificazione dell’animale è stata particolarmente difficoltosa a causa dell’assenza di segni distintivi peculiari quali tatuaggio o microchip. Inoltre, a complicare ulteriormente le cose un filmato girato dal presunto scippatore, anteriore la data dello scippo, che ritraeva il cane nell’abitazione del 27enne. Le operazioni di identificazione sono state ulteriormente complicate dal fatto che lo stesso animale non riconosceva più la proprietaria e ringhiava alla sua presenza.
Solo approfonditi accertamenti sul filmato e raffronti con l’immagine dell’animale, hano infine permesso di accertare che si trattava effettivamente di quello scippato. In effetti anche l’autore del fatto alla fine ha confessato il furto.
A questo punto i carabinieri erano pronti a riconsegnare il cane alla legittima proprietaria. Qui avviene un colpo di scena: in considerazione del fatto che l’animale, sottratto ancora cucciolo, non riconosceva più la proprietaria, quest’ultima ha dichiarato di non volerlo più.
Grazie anche all’ottima mediazione del maresciallo, l’indagato si è reso disponibile a indennizzare la proprietaria (pagando 500 euro) pur di mantenerlo nella sua disponibilità, e pertanto gli è stato affidato ( dopo accordo della parte lesa con il suo legale di fiducia) in custodia giudiziaria.