"La Russia non ha fatto un solo gesto per rendere possibile la pace". È duro, il commento del segretario della Nato Anders Fogh Rasmussen al summit in corso a Newport, Galles. Se la Russia dovesse continuare a interferire in Ucraina, per Rasmussen "la comunità internazionale deve imporre sanzioni più dure". Un'ipotesi che però divide la comunità internazionale. L'Europa infatti frena, disposta a prendere tempo in caso di segnali di distensione sul campo. Una tregua potrebbe essere firmata già domani a Misk dove si riunirà il "gruppo di contatto Ue Russia". Un incontro sul quale, il presidente ucraino Poroshenko si dice "cautamente ottimista".
Il ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini - da novembre responsabile della politica estera Ue - assicura che "si lavorerà anche domani a Bruxelles per avere pronto il nuovo pacchetto di sanzioni". Per la sua applicazione, però spiega il ministro, "ci vorrà del tempo" ma "c'è l'accordo affinché le sanzioni restino uno strumento di pressione politica". Quanto all'effettivo utilizzo del nuovo pacchetto, infatti, "dipende molto dalla tregua" che dovrebbe essere firmata domani e all'"implementazione" di quell'accordo. Sarà fondamentale valutare se l'accordo reggerà, se la situazione nell'est dell'Ucraina migliorerà effettivamente".
Gli Stati Uniti accellerano su nuove sanzioni mentre l'Europa frena, ricordando che la scelta sarà effettuata domani, se la tregua non reggerà. Di sanzioni hanno parlato nel pre-vertice a 6 tra Barack Obama, David Cameron, Petro Poroshenko, Matteo Renzi, Angela Merkel e Francois Hollande che ha frenato sulle sanzioni. Se rimane aperta la porta del dialogo e della diplomazia, come ha anche ricordato Rasmussen ,il premier Renzi ha invitato Putin ad un impegno per la pace, "deve portare fatti e non parole". L'Europa, ricorda, è infatti pronta ad aumentare la pressione sulla Russia attraverso nuove sanzioni e ad allargare l'ambito delle misure restrittive in settori come la finanza, la difesa e le tecnologie sensibili a doppio uso.
Poroshenko, domani possibile firma del cessate il fuoco Dal vertice arriva l'annuncio di un accordo sempre più vicino tra Russia e Ucraina. Dopo la telefonata di ieri tra i due leader, il presidente Poroshenko ha dichiarato che domani a Minsk nella riunione di contatto tra Kiev, Mosca, Osce e rappresentanti dei separatisti potrebbe arrivare la forma del cessate il fuoco.
La tregua potrebbe però essere messa in discussione dall'adesione dell'Ucraina alla Nato. Mosca mette in guardia Kiev: il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov ha dichiarato che il processo di adesione rischia "di far deragliare" la ricerca di una soluzione alla crisi attuale. La Russia si aspetta che Kiev ed i ribelli utilizzeranno il piano in sette punti proposto ieri dal presidente russo Vladimir Putin per "raggiungere un accordo" durante la riunione a Minsk di domani, ha aggiunto il ministro russo. Poi l'accusa agli Stati Uniti di "sostenere il partito della guerra in Ucraina che tenta di sabotare i negoziati di pace tra Kiev e i separatisti con una retorica anti-russa".
Sul tavolo del summit anche la minaccia jihadista. "La Nato - ha precisato Rasmussen- non ha ricevuto alcuna richiesta di impegno in Iraq ma sono sicuro che se il governo iracheno presentasse una richiesta di assistenza della Nato, gli alleati la valuterebbero seriamente".
Nel giorno del vertice il presidente americano Obama e il primo ministro britannico Cameron in un'editoriale congiunto sul Times hanno assicurato che "non si faranno intimidire" dai barbari assassini. I due leader scrivono che coloro che chiedono l'isolazionismo "hanno frainteso la natura della sicurezza nel ventunesimo secolo". "Gli sviluppi in altre parti del mondo, in particolare Iraq e Siria, minacciano la nostra sicurezza a casa", sottolineano il premier britannico e il presidente americano.
Nato, Renzi: "Da Putin fatti non parole"; Poroshenko: "domani firma cessate il fuoco"
"Un vertice cruciale in un momento cruciale perché le condizioni della sicurezza sono cambiate drammaticamente". Così il segretario della Nato Anders Fogh Rasmussen ha definito il summit in corso a Newport, Galles.
Sul tavolo la crisi in Ucraina con il possibile potenziamento delle forze dell'Alleanza e la decisioni di nuove sanzioni contro Mosca e la minaccia dei jihadisti dell'Isis. Proprio sul tema delle sanzioni si spacca la Nato: gli Stati Uniti chiedono di accellerare, pronti a nuove sanzioni dice l'Europa ma deve prevalere la strada del dialogo. Sullo sfondo l'annuncio della tregua tra Kiev e Mosca.
Gli Stati Uniti accelerano su nuove sanzioni mentre l'Europa frena, ricordando che la scelta sarà effettuata domani, se la tregua non reggerà. Di sanzioni hanno parlato nel pre-vertice a 6 tra Barack Obama, David Cameron, Petro Poroshenko, Matteo Renzi, Angela Merkel e Francois Hollande che ha frenato sulle sanzioni. Se rimane aperta la porta del dialogo e della diplomazia, come ha anche ricordato Rasmussen ,il premier Renzi ha invitato Putin ad un impegno per la pace, "deve portare fatti e non parole". L'Europa, ricorda, è infatti pronta ad aumentare la pressione sulla Russia attraverso nuove sanzioni e ad allargare l'ambito delle misure restrittive in settori come la finanza, la difesa e le tecnologie sensibili a doppio uso.
Dal vertice arriva l'annuncio di un accordo sempre più vicino tra Russia e Ucraina. Dopo la telefonata di ieri tra i due leader, il presidente Poroshenko ha dichiarato che domani a Minsk nella riunione di contatto tra Kiev, Mosca, Osce e rappresentanti dei separatisti potrebbe arrivare la forma del cessate il fuoco.
La tregua potrebbe però essere messa in discussione dall'adesione dell'Ucraina alla Nato. Mosca mette in guardia Kiev: il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov ha dichiarato che il processo di adesione rischia "di far deragliare" la ricerca di una soluzione alla crisi attuale. La Russia si aspetta che Kiev ed i ribelli utilizzeranno il piano in sette punti proposto ieri dal presidente russo Vladimir Putin per "raggiungere un accordo" durante la riunione a Minsk di domani, ha aggiunto il ministro russo. Poi l'accusa agli Stati Uniti di "sostenere il partito della guerra in Ucraina che tenta di sabotare i negoziati di pace tra Kiev e i separatisti con una retorica anti-russa".
Sul tavolo del summit anche la minacchia jihadista. "La Nato - ha precisato Rasmussen- non ha ricevuto alcuna richiesta di impegno in Iraq ma sono sicuro che se il governo iracheno presentasse una richiesta di assistenza della Nato, gli alleati la valuterebbero seriamente".
Nel giorno del vertice il presidente americano Obama e il primo ministro britannico Cameron in un'editoriale congiunto sul Times hanno assicurato che "non si faranno intimidire" dai barbari assassini. I due leader scrivono che coloro che chiedono l'isolazionismo "hanno frainteso la natura della sicurezza nel ventunesimo secolo". "Gli sviluppi in altre parti del mondo, in particolare Iraq e Siria, minacciano la nostra sicurezza a casa", sottolineano il premier britannico e il presidente americano.





