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Ebola, altri tre ricoveri in Spagna: 17 casi sospetti

L'ebola continua a far paura. Sempre la Spagna nell'occhio del ciclone dopo il ricovero di Teresa Romero, l'infermiera affetta dal terribile virus ricoverata in gravi condizioni a Madrid. Altre 3 donne sono state ricoverate all'ospedale Carlos III della capitale spagnola per controlli su un possibile contagio da ebola, portando a 17 il numero dei casi sospetti in Spagna. Le ricoverate sono una parrucchiera, un'altra infermiera e una donna delle pulizie del centro medico che potrebbero essersi trovate in situazioni di rischio anche se non presentano i sintomi del virus. Intanto, ieri alla Romero è stato somministrato il farmaco sperimentale Zmapp a cui i medici affidano molte delle loro speranze, visto che sinora l'antivirale e il siero di una suora, Paciencia Melgar, guarita da Ebola, non sembrano aver avuto effetto.

Negli Stati Uniti, intanto, i resti di Thomas Eric Duncan, l'uomo morto negli Usa dopo aver contratto l'Ebola, sono stati cremati. Lo ha riferito la portavoce del dipartimento del Texas dei servizi sanitari statali Christine Mann, senza aggiungere quando, dove o da chi siano stati cremati i resti. Duncan, che ha contratto il virus in Liberia, è morto mercoledì in ospedale a Dallas. Distrutti in un inceneritore di Port Arthur, sempre in Texas, bidoni pieni di oggetti che si pensa siano stati contaminati dall'uomo. Il processo di incenerimento distrugge virus e agenti patogeni con temperature che vanno da 1.500 a 2.100 gradi. Uno staff di 15 persone ha lavorato quattro giorni nell'appartamento di Duncan, indossando tute protettrici e maschere antigas mentre riempiva circa 140 barili con materassi, lenzuola e tappeti prelevati dall'intero appartamento.

Ieri sera, proprio a causa dell'epidemia che sta sconvolgendo l'Africa occidentale, il governo marocchino ha chiesto il rinvio di Can-2015, la Coppa d'Africa di calcio, in programma dal 17 gennaio all'8 febbraio 2015 proprio in Marocco. Lo ha annunciato il ministero dello Sport del marocchino spiegando che la richiesta è per "evitare assembramenti cui partecipino Paesi colpiti dal virus". Proprio in questi giorni sono in programma le partite di qualificazione alla fase finale della Coppa d'Africa che vede protagonisti diversi giocatori che militano nella Serie A: Badu, Acquah, Gervinho, Keita, Mbaye, Dramè, Belfodil, Ghoulam e Lazaar gli 'italiani' in viaggio. Non è invece ancora chiaro se il Marocco chiederà il rinvio anche del Mondiale per club 2014 in programma dal 10 al 20 dicembre, e per il quale si sono già qualificate squadre come il Real Madrid campione d'Europa e il San Lorenzo argentino.

Il governo canadese ha consigliato ai suoi cittadini di lasciare i Paesi più colpiti dall'epidemia di Ebola, prendendo allo stesso tempo misure per controllare ai suoi confini gli ingressi da questi stessi Stati. "Stiamo chiedendo ai canadesi che vivono in Sierra Leone, Guinea e Liberia di prendere in considerazione di lasciare" questi Paesi con voli commerciali "finchè questi sono ancora disponibili", ha detto il ministro della Sanità Rona Ambrose.

Il virus letale diffusosi in Africa occidentale sarà anche al centro di un vertice straordinario che si terrà il prossimo 16 ottobre a Bruxelles: gli Stati membri dell'Ue dovranno mettere a punto la risposta all'epidemia. Si parlerà di nuovi sistemi di sicurezza negli aeroporti, dai check per i passeggeri in partenza dall'Africa occidentale alla tracciabilità di chi arriva in Europa con voli non diretti. Tra le opzioni all'esame dell'Ue c'è anche l'impiego di militari per offrire appoggio logistico alle strutture sanitarie e servizi di trasporto nel coordinamento dell'evacuazione dei pazienti europei dall'Africa. E, in questa drammatica corsa contro il tempo, David Nabarro, inviato Onu per Ebola, fa sapere che i casi "raddoppiano ogni tre o quattro settimane". "Una minaccia - aggiunge da New York - che riguarda tutto il mondo, una preoccupazione globale che richiede una risposta globale".

Intanto, secondo l'ultimo bollettino dell'Oms aggiornato all'8 ottobre, il numero dei morti ha superato quota quattromila, con 4.033 decessi su 8.399 casi registrati in sette Paesi, compresi Spagna e Stati Uniti. La maggioranza dei casi si sono verificati in Guinea, Liberia e Sierra Leone (4.024 su 8.376).

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