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Renzi contro i sindacati: “Si inventano scioperi, io creo lavoro”

"Ci sono stati più scioperi in queste settimane che con tutti gli altri governi, contenti loro contenti tutti. Se è questo il loro obiettivo, bene, ma io mi occupo non di far scioperare gli italiani ma di farli lavorare". Così il premier Matteo Renzi, ospite di Rtl 102.5, sullo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil.

"L'Italia ha perso molte opportunità in questi anni - ha aggiunto Renzi - e un milione di posti di lavoro in 6 anni, ma chi vuol far sciopero lo rispetto, perché è un diritto costituzionale garantito, però il governo in questo momento sta cercando di far ripartire l'occupazione" e di portare a termine diverse riforme: "Ci sono tante cose da cambiare e noi le cambieremo, piaccia o non piaccia ai sindacalisti, ai gufi, agli oppositori".

"Salvini e Camusso  - ha concluso il premier - sono facce della stessa medaglia, li rispetto, fanno il loro lavoro, ma loro sono i leader della protesta, mentre io devo governare".

Sul Jobs Act, aggiunge, "siamo pronti a mettere la fiducia se serve, ma non è detto che ce ne sia bisogno. A ieri sembrava di no. Vedremo nei prossimi giorni". E annuncia: "Siamo pronti con i decreti attuativi" della delega lavoro. "Arriveranno nei primi trenta giorni" dall'entrata in vigore. "Saremo rapidissimi".

Non solo sindacati e scioperi però nelle parole del premier che, all'indomani della sentenza sulla vicenda Eternit, ha detto: "Da cittadino italiano mi colpisce e mi fanno venire un po' di brividi le interviste ai familiari, a vedove e figlie che mostrano una dignità straordinaria perché credono nella giustizia più di quanto a volta fa un servitore dello Stato. E continuano a combattere, con l'idea di aggrapparsi al tema della giustizia come etica del Paese" ha proseguito. Dal punto di vista del merito, ha detto Renzi, "o quella vicenda non è un reato, o se è un reato ma è prescritto bisogna cambiare le regole del gioco sulla prescrizione. Ci sono dei dolori che non hanno tempo. Dobbiamo far in modo che i processi siano più veloci, e dobbiamo cambiare la prescrizione".

E' "nel pieno diritto" del Presidente della Repubblica "lasciare prima del tempo, deciderà lui". "A me farebbe piacere che restasse il più possibile", ma in ogni caso Giorgio Napolitano avrà la "gratitudine di tutti gli italiani".

"Il presidente della Repubblica - ha sdetto Renzi - è un galantuomo di grande levatura, nel 2013 tutti i partiti politici nell'incapacità di trovare un successore lo hanno pregato di avere un nuovo mandato, lui ha accettato, ha fatto un discorso durissimo sulla necessità di fare le riforme e tutti hanno applaudito. Quando dico che bisogna fare la legge elettorale e le riforme velocemente è perché se quel messaggio di Napolitano deve essere preso sul serio, il presidente della Repubblica ha il diritto di vedere il Parlamento discutere le riforme". Insomma, "che prima o poi decida di lasciare sta nelle cose, deciderà lui, nessuno ha il diritto di tirargli la giacchetta, nemmeno io".