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Renzi risponde a Berlusconi: “Prima l’Italicum poi il Colle”

Il pregiudicato di Arcore ha ieri aperto il dibattito sulla successione a Giorgio Napolitano al Quirinale. Questione che diventa sempre più centrale nei ragionamenti sul futuro della legislatura e sulla partita delle riforme.

L'ex Cavaliere spiega: "Prima il presidente della Repubblica e poi le riforme". Non tarda ad arrivare la replica del Presidente del Consiglio , segretario del Pd, Matteo Renzi, che dalle colonne de La Repubblica dice: "Non esiste. L'Italicum è in aula a dicembre. Lui si è impegnato con noi a dire sì al pacchetto riforma costituzionale entro gennaio. Io resto a quel patto".

Dunque per il premier prima le riforme, poi il Colle, anche perché - spiega il caccia palle - "io ho un unico nome: Giorgio Napolitano. Non apro una discussione finché il Capo dello Stato è al suo posto".

Il premier, che con un colpo di mano ha spodestato Letta da Palazzo Chigi e poi vi si è insediato senza essere stato mai indicato o eletto per ricoprire quella carica -  parla poi del rapporto con la Cgil "la capisco, ma nel frattempo noi dobbiamo cambiare l'Italia quindi non cado nella polemica". E su una presunta scissione del Pd chiarisce: "Ci sta chi ne ha voglia. Chi minaccia la scissione deve chiarirsi le idee capire se crede a un partito comunità. La regola dello sgambetto al governo non funziona".

Annuncia un possibile intervento pubblico per salvare una delle più grandi aziende in crisi in Italia. "Stiamo valutando se intervenire sull'Ilva con un soggetto pubblico per tutelare occupazione e ambiente, e poi "rilanciarla sul mercato". Il premier si dice per l'acciaio "gestito da privati", ma non al costo di "far saltare Taranto".