Press "Enter" to skip to content

Ieri sera la direzione Pd ha approvato accelerazione su riforme: Renzi avverte la minoranza del partito che l’Italicum non rinegoziabile.

La direzione del Pd ha approvato la proposta di Matteo Renzi di procedere "senza indugio" alle riforme costituzionali ed elettorale. Solo due i contrari anche se la minoranza dem ha scelto di non votare, dopo aver ribadito nel corso della riunione i dubbi sul merito delle riforme e sulla tenuta del Patto del Nazareno. Secca la replica di Renzi: "L'accordo sull'Italicum non è rinegoziabile".

La risposta del premier è rivolta al deputato D'Attorre che nel suo intervento ha detto: "Se Berlusconi non dà più le carte allora possiamo fare qualche passo in avanti, senza il suo condizionamento".

"L'accordo fatto con il Nuovo Centro Destra" e con i partiti che sostengono la maggioranza "e condiviso con due eccezioni da Forza Italia non è rinegoziabile" ha risposto il presidente del Consiglio che già prima, riferendosi a questo accordo aveva parlato di "Italicum 2.0". Nel suo intervento Renzi ribadisce inoltre l'urgenza di approvare la legge elettorale e garantisce che la richiesta di Berlusconi di subordinarla alla scelta del Colle " è da respingere al mittente".

"Respingo la tesi che l'astensionismo in Emilia Romagna derivi da una disaffezione nei confronti del Josb act. Una tesi superficiale, parziale e discutibile" ha detto Matteo Renzi, commentando il voto delle Regionali. "In Emilia Romagna abbiamo vinto. Punto", ha aggiunto Renzi.

Analizzare il voto, continua il presidente del Consiglio significa prendere atto "dell'avanzamento di una nuova destra e dell'arretramento di Grillo. Il Pd si conferma al 40 per cento". Ma aggiunge Renzi "deve decidere cosa fare da grande". Poi tornando a parlare dei Cinquestelle: "Oggi è possibile un percorso di coinvolgimento di quella parte" del movimento "che non ritiene più il blog come la bussola propria.

Rispondono gli esponenti della minoranza. Gianni Cuperlo precisa che il problema sulle riforme è "sul merito" e poi si chiede: "Questo patto (il Nazareno) esiste ancora, è solido scricchiola, ha bisogno di un tagliando?". Stessa domanda posta da Fassina: "Inutile discutere sui tempi delle riforme, quando non è chiaro il contesto politico". Alfredo D'attorre aggiunge che se "Berlusconi non da più le carte, allora possiamo fare qualche passo in avanti, senza il suo condizionamento". Davide Zoggia: se l'accordo "non regge non si può dire alla Direzione che si deve restare per forza dentro i parametri del patto".