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La Shalabayeva può lasciare il Kazakistan

Colpo di scena in Kazakistan. Alma Shalabayeva, moglie dell'ex oligarca Mukhtar Ablyazov, potrà lasciare il paese dietro il pagamento di una cauzione. "Le autorità di polizia del Kazakistan hanno deciso di cambiare le misure cautelari per Alma Shalabayeva (annullando) il divieto di viaggiare al di fuori da Almaty", ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri, Zhanbolat Usenov.

La decisione è stata assunta su richiesta della stessa Shalabayeva e del governo italiano. Secondo fonti del ministero degli Esteri italiano, la svolta nel caso è frutto di "settimane di lavoro" della Farnesina. La donna fino a quest'estate risiedeva nel nostro Paese ma poi venne prelevata in una controversa operazione di polizia e messa su un aereo diretto alla volta di Astana con la figlia Alua.

Secondo quanto specificato da Usenov, alla signora Shalabayeva e alla figlia sono stati consegnati nuovi passaporti ed ora possono fare richiesta di un visto per altri paesi. In sintesi, "a partire da oggi la signora Shalabayeva può lasciare il Kazakistan per qualsiasi paese".

A novembre, ha riferito l'Ufficio del procuratore generale del Kazakhstan, la Shalabayeva aveva fatto appello alle autorità per ottenere il permesso di lasciare il paese. A luglio, ricorda Rapsi, il Kazakistan aveva emesso una pena non detentiva nei confronti della donna perché in possesso di un passaporto falso. La Shalabayeva e sua figlia Alua sono state espulse dall'Italia lo scorso 31 maggio

Il marito, Mukhtar Ablyazov, arrestato a Cannes il 31 luglio, è attualmente detenuto a Aix-en-Provence in attesa di sentenza sulla richiesta di estradizione da parte di Kazakistan, Russia e Ucraina. Il dissidente kazako, oppositore del presidente Nursultan Nazarbayev, era fuggito in Gran Bretagna dove aveva chiesto ed ottenuto asilo politico nel 2011. Dall'inizio 2012 era tuttavia considerato in fuga dalla giustizia britannica, non essendosi presentato alle udienze relative al caso della banca kazaka Bta, di cui era presidente e alla quale dovrebbe pagare 400 milioni di dollari in danni.

La notizia della ritrovata libertà di Alma Shalabayeva segue di una settimana un'altra svolta nel caso. La Procura di Roma sta indagando sul presunto ruolo dell'Eni nell'ambito dell'inchiesta sulle irregolarità legate al suo rimpatrio. L'accertamento è scattato a seguito della trasmissione Report, che lo scorso novembre in un servizio ha riportato la versione di una fonte anonima: il governo kazako avrebbe fatto leva sui grandi interessi dell'Eni in campo energetico nell'ex repubblica sovietica per stringere il cerchio attorno alla famiglia di Mukhtar Ablyazov. Dall'Eni sarebbe arrivata la conferma a una precedente segnalazione: la moglie e la figlia di Ablyazov erano in Italia.