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“Impoverimento delle zone interne della Sardegna: destino non irreversibile”

Il calo demografico, la ripresa dell’emigrazione, in primo luogo dei giovani diplomati e laureati, l’aumento della disoccupazione, l’invecchiamento della popolazione, la riduzione dei servizi primari e fondamentali quali quelli della formazione e istruzione, le difficoltà senza precedenti dell’allevamento e della pastorizia, la crisi del modello industriale, l’insoluta questione dei trasporti, della mobilità e delle infrastrutture, la riduzione del reddito prodotto, ripropongono, ancora una volta e in forme sempre più preoccupanti, l’antico irrisolto problema delle aree interne della Sardegna.

L’immagine ormai diventata usuale e senso comune, nel descrivere questa situazione, è quella dell’effetto ciambella; uno sviluppo e una forte sedimentazione nelle coste cui fa riscontro una sorta di “buco” nelle zone interne dell’isola. Uno squilibrio che pesa non poco negli assetti economici e nel governo del territorio, e che si riverbera negativamente anche sulla competitività dell’intero sistema regionale.

Ciclicamente, lo sviluppo più armonico delle aree interne, si ripropone all’attenzione della politica e delle istituzioni, senza però trovare le adeguate risposte.

Così come per il Meridione, anche per le zone interne, langue il dibattito culturale e politico sulle strategie e sugli strumenti utili ad affrontare questo problema, che è insieme economico, sociale, culturale e finanziario. D’altronde, le stesse leadership quando si affermano tendono ad emigrare, allocandosi nei centri dove si concretizza la vera mediazione politica e del potere. Si condiziona così e si riduce la rilevanza della rappresentanza politica e territoriale; la centralità si sposta dai bisogni del territorio alle mediazioni necessarie per il proprio “cursus honorum”. Il problema delle leadership non è certo secondario rispetto a chi e come si rappresenta un’area e alla stessa crisi della politica.

E’ importante rimettere nel circuito sociale, politico e istituzionale queste tematiche, non solo per tenerne accesa la fiaccola, ma per contribuire a costruire le aggregazioni necessarie a rilanciare quella che ancora oggi possiamo chiamare “vertenza per lo sviluppo e il lavoro nelle aree interne”. E’ vero che si è di fronte a problemi e a titoli di vecchia data; ma nel frattempo sono cambiate le situazioni e le analisi, e certamente le soluzioni da dare a questi problemi.

E’ bene ripartire senza sottovalutare le difficoltà di scenario, cioè di quanto l’attuale crisi pesa sulla vita di tutti e sulle stesse decisioni della politica e delle istituzioni, ma anche l’urgenza di produrre cambiamenti a partire dalle priorità del lavoro e dello sviluppo territoriale.

E’ proprio a questo livello che nasce la necessità di ridare forza, ragione e passione all’attività politica.

Questi temi verranno affrontati in un Convegno dal titolo  “Impoverimento delle zone interne della Sardegna: destino non irreversibile” che si svolgerà sabato 7 dicembre alle ore 10,00 presso il Centro Polifunzionale di Tiana.

L’iniziativa è organizzata dalle ACLI di Nuoro e dal Comune di Tiana con il coinvolgimento  dell’Unione dei Comuni, della “Carta di Zuri”, della Pastorale del lavoro della Diocesi di Nuoro e rappresentanti del mondo della Scuola e della Stampa. Com

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