Silvio Berlusconi non avrebbe nessuna intenzione di mettere in difficoltà il governo. E lo ha ripetuto più volte ieri sera ad Angelino Alfano nel lungo faccia a faccia ad Arcore. Anche se la calendarizzazione del voto sulla decadenza il 27 novembre oggi ha messo a dura prova i suoi sforzi per una distensione dentro e fuori il partito. L'umore del Cav oggi tende verso il brutto dopo le rassicurazioni che hanno consentito al vicepremier di poter parlare senza giri di parole di una "ritrovata unità" proprio sul sostegno all'esecutivo. Un modo anche per prendere tempo, di non vedersi costretto ora ad un complesso e pericoloso affondo nel Pdl.
Da qui il fuoco di fila degli alfaniani che, in giornata, si sono sperticati in dichiarazioni sulla necessità di non affrettare i tempi del Consiglio Nazionale. La data del voto sulla decadenza del 27 novembre, fanno sapere dal Pdl, ha lasciato spiazzati un po' tutti, in primis gli stessi governativi che avevano rassicurato Berlusconi sulla possibilità di ritardare il più possibile il voto di palazzo Madama.
La decisione, che arriva da Roma mentre il Cavaliere è ancora ad Arcore, ha l'effetto di mandarlo su tutte le furie. E' la conferma - avrebbe commentato a caldo - che vogliono eliminarmi il prima possibile dalla scena politica. Una rabbia verso gli alleati di maggioranza, e verso l'ala governativa del suo partito. Berlusconi - racconta chi lo ha sentito - si sente ancora una volta preso in giro. Certo, ribaltare il tavolo per il Cavaliere è ora impossibile, consapevole che i numeri non sono dalla sua parte.
Ma il fatto di non aver detto nessuna parola definitiva alle richieste di Alfano sugli assetti futuri del partito la dice lunga. La partita insomma è tutt'altro che chiusa. Berlusconi vedrà domani Raffaele Fitto insieme ad una delegazione di lealisti che torneranno alla carica sulla convocazione il prima possibile del Consiglio Nazionale, idea che Berlusconi fino a ieri sera avrebbe di nuovo accantonato per evitare di trasformare l'assise in un'arena mediatica tra lealisti ed alfaniani.
Insomma come spesso accade Berlusconi si tiene aperti più tavoli: da un lato continua a cercare una mediazione con Angelino sicuro che un Pdl unito può incidere molto di più sulle scelte di governo, ma contemporaneamente, invita i suoi a non abbassare la guardia sui provvedimenti in Parlamento a partire dalla legge di stabilità. Ma è proprio sulla manovra che i lealisti richiamano l'attenzione dell'ex premier facendo notare che la decisione di votare la decadenza dopo il passaggio in aula della legge di stabilità fa parte di un disegno ben preciso per mettere in un angolo il Cavaliere.
Domani l'ex premier ne parlerà appunto con Raffaele Fitto, mentre questa sera Alfano fa il punto della situazione con i suoi parlamentari. Un nuovo faccia, faccia con il Cavaliere al momento non è in programma. Berlusconi sarà impegnato in una riunione con i suoi legali.