Press "Enter" to skip to content

Casa, no tax area e spiagge: si accende il confronto sulla legge di stabilità

Tasse sulla casa, aumento della no tax area, cessione delle spiagge, ridefinizione dello sconto sul costo del lavoro. Si scalda subito il confronto sulla legge di stabilità, prima ancora che gli emendamenti vengano discussi in commissione Bilancio del Senato, cosa che inizierà oggi, mentre da mercoledì partirà il voto. Il contenuto delle proposte dei diversi partiti, al di là di alcuni punti su cui c'è convergenza, fanno presagire alta tensione fra l'impostazione del Pdl, tutta incentrata sulla casa, e quella del Pd, più orientata ad alleggerire le tasse sul lavoro. E non faciliterà il confronto il Consiglio nazionale del Pdl di sabato, al quale l'ala legata ad Alfano non potrà presentarsi avendo mostrato in settimana un atteggiamento remissivo sui temi cari al centrodestra.

Il premier Enrico Letta e il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni hanno ribadito l'apertura ai "miglioramenti" che il Parlamento vorrà apportare al provvedimento. Saccomanni, come il suo vice Stefano Fassina, ha detto di non temere l'alto numero di emendamenti presentati, oltre tremila. Come ha osservato Maurizio Gasparri, moltissimi risulteranno inammissibili, e anche il capogruppo del Pd Luigi Zanda ha fatto sapere che i democratici lasceranno cadere l'80% dei loro emendamenti, in pratica quelli depositati dai singoli parlamentari. Ciò che preoccupa l'esecutivo è il contenuto delle proposte, a cominciare da quella inaspettatamente bipartisan di alzare la "no tax area" fino a dodicimila euro, proposta tanto dal Pd quanto dal Pdl e subito bocciata da Fassina perché troppo costosa.
In realtà si tratta di un cosiddetto "emendamento civetta", depositato per far capire l'intento battagliero, in modo da strappare poi al governo qualche altra cosa. La legge di stabilità che potrebbe delinearsi richiede che si sciolgano ancora alcuni nodi. Ad esempio per gli sconti fiscali sul costo del lavoro. Il Pd punta a concentrare le risorse del cuneo sui redditi medi e bassi, in modo da aumentare le detrazioni pro-capite, che supererebbero i duecento euro per i redditi tra i quindicimila e i ventimila euro. Il Pdl vuole premiare anche le fasce più alte, ma l'emendamento a prima firma Cinzia Bonfrisco prende i due miliardi necessari tagliando le detrazioni, cosa che non piace al Pd perché punisce i nuclei familiari.

I democratici chiedono di ampliare la platea dei prodotti sottoposti alla Tobin tax oppure di vincolare al taglio del cuneo nei prossimi anni i fondi che arriveranno dall'accordo con la Svizzera per i capitali esportati e dalla lotta all'evasione. Per far cassa, invece, il relatore del Pdl Antonio D'Alì lancia l'idea di cedere ai balneatori le parti retrostanti alle spiagge dove sorgono gli stabilimenti, cosa che ha suscitato lo scandalo nel Pd. E sul quale il viceministro Fassina alza le barricate: "Non è nell'interesse del Paese e non è in linea con il governo". Il Pdl alza il tiro invece sulla casa e con D'Alì rimescola le carte su Imu, Trise e Tasi: l'emendamento dà vita a un tributo che ingloba Imu, l'Irpef sulla casa e le addizionali; si dovrebbe chiamare Tuc.

In pratica anticipa quello che introdurrebbe la delega fiscale, che però è ancora all'esame del Parlamento e richiederebbe un riassetto complessivo del fisco: gli effetti non sono immediatamente quantificabili e la proposta ha subìto gli strali del responsabile fisco di Scelta civica Enrico Zanetti. Anche sull'innalzamento della soglia del contante ci sono svariati emendamenti del Pdl, sia dei lealisti sia dei governativi. Tuttavia su alcune direttrici si può già intravedere la nuova manovra, dove le proposte sono uguali o simili a cominciare dal Fondo di garanzia per il credito alle imprese, con il coinvolgimento di Cassa depositi e prestiti, su cui ci sono diversi emendamenti bipartisan.

More from ARCHIVIOMore posts in ARCHIVIO »