L'Italia non sforerà il vincolo europeo del 3% nel rapporto-deficit/Pil, può anzi contare su "un margine sufficientemente ampio". Il sottosegretario all'Economia Pierpaolo Baretta lo ha detto a Radio Popolare, riporta una nota. "Non vedo come questo potrebbe avvenire. I nostri dati sono trasparenti e conosciuti dall'Ue", ha aggiunto.
"Tutti i nostri dati ci danno all'interno del tetto del 3%", ha garantito il sottosegretario, rispondendo a domande sulla valutazione che dovrà fare la Commissione europea. Pensa - gli viene chiesto - che l'Italia rispetterà il tetto del 3%? "Noi abbiamo fatto apposta una manovra di 1,6 miliardi per rientrare all'interno del 3%, ma abbiamo dichiarato che il nostro obiettivo è il 2,5% nel 2014, quindi tenendoci un margine sufficientemente ampio", ha risposto il sottosegretario all'Economia.
Le famiglie sono "al riparo da significativi incrementi di imposta" mentre "sono oggetto di sgravi fiscali". Complessivamente, si legge in una nota del Tesoro, "le famiglie dovrebbero beneficiare di una riduzione della pressione fiscale di circa un miliardo di euro" a seguito delle misure comprese nella legge di stabilità. Per la prima volta negli ultimi anni, spiega il ministero dell'Economia in una nota, "la manovra finanziaria riduce la pressione fiscale di un decimo di punto percentuale segnando una inversione di tendenza: obiettivo prioritario del governo è di ridurre le tasse e la diminuzione della pressione fiscale sarà più marcata negli anni successivi".
Le famiglie "sono quindi tenute al riparo da significativi incrementi di imposta mentre sono oggetto di sgravi fiscali e di un intervento in favore dei comuni pari a un miliardo teso a ridurre l'impatto delle imposte sugli immobili. Complessivamente le famiglie dovrebbero beneficiare di una riduzione della pressione fiscale di circa un miliardo". Allo stesso tempo, "l'incremento del gettito fiscale prodotto dalla manovra finanziaria nel 2014 è pari a 973 milioni. A questo incremento di gettito contribuiscono prevalentemente misure che riguardano gli intermediari finanziari e altre misure di carattere volontario come la rivalutazione delle partecipazioni e dei beni delle imprese".
"Perché una parte del Pdl ora critica? Ha cambiato idea? Oppure è un attacco strumentale per coprire scelte dovute alla vicenda giudiziaria di Berlusconi?". Così il viceministro all'Economia Stefano Fassina a proposito degli attacchi relativi alla Service tax prevista dalla legge di stabilità. "L'impianto della Tari-Tasi introdotto dal disegno di legge di stabilità - afferma Fassina - è stato definito, insieme alla cancellazione dell'Imu, dal Consiglio dei ministri di fine agosto, con l'accordo di tutti i capigruppo della maggioranza a sostegno del governo Letta. Pdl incluso e soddisfatto. Perché una parte del Pdl ora critica? Ha cambiato idea?".
"Letta rischia molto di più sulla legge di stabilità che sul caso Cancellieri": così Renato Brunetta. Che parla di un Letta che "si è montato la testa dopo una fiducia afferrata per i capelli il 2 ottobre. Bisogna rivedere la manovra a partire dai contenuti sulla casa", afferma. Una legge di stabilità, sottolinea, che si basa "su ipotesi di crescita inverosimili" e che quindi produrrà "un aumento della pressione fiscale per tutti".
Viste le dichiarazioni dei lealisti sulla legge di stabilità, "è lecita una domanda: vogliamo migliorarla nell'interesse dei cittadini oppure vogliamo trasformare la legge di stabilità in una assurda resa dei conti interna" al Pdl "sulla pelle degli italiani, lasciando il Paese senza governo?". Così il ministro Maurizio Lupi.