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Alfano: tutto il Pdl voti la fiducia

Dopo Giovanardi, Alfano ribadisce la necessità della tenuta per il governo Letta: "Rimango fermamente convinto che tutto il nostro partito domani debba votare la fiducia", ha detto il segretario del Pdl. Poi, ribadisce: "Non ci sono gruppi e gruppetti".

"Abbiamo i numeri, siamo anche più di 40, e siamo fermi nel voler mantenere l'equilibrio di governo. Per questo voteremo la fiducia. Il problema dei numeri al massimo è degli altri". Così Carlo Giovanardi ha invece parlato ai cronisti fuori da Palazzo Chigi.

In mattinata, nuovo vertice a Palazzo Grazioli tra Silvio Berlusconi e lo stato maggiore del partito,  presenti i due capigruppo, Renato Brunetta e Renato Schifani, e il coordinatore Denis Verdini. Ma soprattutto, nuova occasione di confronto fra Berlusconi e Angelino Alfano. L'incontro è stato anche l'occasione per un nuovo faccia a faccia tra Berlusconi e Alfano, dopo quello tesissimo della notte scorsa in cui vicepremier avrebbe anche ventilato l'ipotesi di lasciare il partito con altri ministri.

Intanto già ieri erano molte le voci sul gruppo parlamentare denominato Pdl-Ppe in cui, al Senato, dovrebbero confluire gli azzurri pronti a strappare con il Cavaliere per garantire il prosieguo del governo Letta. Al lavoro ci sarebbero soprattutto i siciliani vicini ad Alfano. L'operazione, viene sempre spiegato, si baserebbe su tre pilastri: esecutivo avanti fino al 2015, modifica della legge elettorale e varo dei provvedimenti economici.
Durissimo lo scontro con i falchi del partito. Santanché offre la sua testa "su un vassoio d'argento": 'Mi risulta che il segretario abbia chiesto la mia testa come condizione per mantenere l'unità. Detto che ciò dimostra la strumentalità della protesta in corso da parte dei nostri ministri dimissionari, non voglio offrire alibi a manovre oscure e pericolose".

A rilevare un clima surriscaldato all'interno del PdL, oltre alle parole di Fabrizio Cicchitto, ieri sera, è anche l'eurodeputato Ppe Potito Salatto, vicepresidente della delegazione Popolari per l'Europa al Parlamento europeo: "Alla Biancofiore che paragona la fine di Alfano a quella di Fini, dico: meglio una fine dignitosa come quella dell'ex presidente della Camera in piena battaglia con Berlusconi a viso aperto, che essere invece fucilati alla schiena in casa propria, dai repubblichini di Arcore, con l'accusa di alto tradimento". E aggiunge: "Un rischio questo ormai scontato - aggiunge Salatto - se i dissidenti del Pdl non dovessero andare avanti fino in fondo nello strappo con il Cavaliere e i suoi falchi. Alfano è ancora in tempo: abbia il coraggio di allontanarsi da Berlusconi per il bene del Paese".

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