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Trattativa Stato-Mafia, Napolitano sul banco dei testimoni, deporrà al processo

La Corte d'Assise di Palermo, che celebra il processo sulla trattativa Stato-mafia, ha ammesso la richiesta della Procura di citare a deporre il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. I giudici, però, hanno fissato dei "paletti" entro i quali la deposizione dovrà essere contenuta. La Corte ha ritenuto ammissibile l'articolato dei pm Vittorio Teresi, Nino Di Matteo, Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia, limitatamente ai colloqui con D'Ambrosio, scomparso un anno fa, ed entro il quadro definito dalla Corte costituzionale nella sentenza con cui aveva accolto il ricorso del presidente della Repubblica per la distruzione immediata delle intercettazioni delle sue conversazioni telefoniche con Nicola Mancino.

Di queste registrazioni, che sono state poi effettivamente distrutte, non si parlerà dunque nel processo. Napolitano, ha stabilito la Corte nell'ordinanza letta stamattina nell'aula bunker dell'Ucciardone, potrà rispondere anche sulle sue conoscenze anteriori alla sua elezione alla presidenza della Repubblica.

L'ufficio stampa della Presidenza della Repubblica informa: "Si è in attesa di conoscere il testo integrale dell'ordinanza di ammissione della testimonianza adottata dalla Corte di assise di Palermo per valutarla nel massimo rispetto istituzionale".

Il presidente del Senato, Pietro Grasso, deporrà al processo sulla trattativa Stato-mafia in corso alla Corte d'Assise di Palermo, hanno deciso i giudici accogliendo tutte le richieste di ammissione testimoniali della Procura escluse quelle relative alle citazioni dei magistrati Vittorio Teresi, Roberto Scarpinato e Antonio Ingroia.

"Non ho letto la motivazione, prima vorrei documentarmi. Certo mi lascia un po' perplessa", la convocazione "mi sembra un po' inusuale". Così il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, ha commentato la convocazione come testimone del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel processo sulla trattativa Stato-mafia.