Ecco i risultati della 7/a giornata del campionato di calcio di serie A. Bologna-Verona 1-4 Catania-Genoa 1-1 Chievo-Atalanta 0-1 (ieri) Inter-Roma 0-3 (ieri) Napoli-Livorno 4-0 Parma-Sassuolo 3-1 Sampdoria-Torino 2-2 Udinese-Cagliari 2-0 Juventus-Milan alle 20,45 Lazio-Fiorentina alle 20,45.
Napoli ritrova il sorriso, poker servito al Livorno - Per l'Europa sara ancora acerbo, il Napoli di Benitez, ma entro i confini della serie A ha talento in abbondanza per lottare fino in fondo per lo scudetto. Lo dimostra contro un buon Livorno, che gioca e palleggia bene, ma non ha ancora il peso e l'esperienza per fronteggiare squadroni come quello azzurro.
Ci mette tre minuti il Napoli per scrollarsi di dosso la serataccia dell'Emirates Stadium. Merito di Mertens, che mostra subito di meritare fiducia nell'undici titolare, con una galoppata che taglia in due il centrocampo amaranto e una palla filtrante perfetta per Pandev.
Sinistro chirurgico del macedone, che entro i confini italiani dimostra di poter fare la differenza, e Napoli in vantaggio. Il Livorno prova a reagire, i guizzi di Paulinho ed Emeghara tengono in apprensione Fernandez, preferito a Cannavaro per sostituire Albiol, e Britos, non proprio due fulmini, ma Reina resta comunque tranquillo. Al 26', poi, Bardi da una bella mano al Napoli. Sul sinistro di Inler, innescato ancora da Mertens, il portiere toscano, al suo primo vero errore in campionato, si fa passare tra le mani per il 2-0 azzurro.
Il Livorno prova comunque a giocare, e va vicino al gol al 42' con uno spettacolare tentativo di Emeghara, degno del miglior Van Basten, che, su lancio di Duncan, colpisce al volo un palo clamoroso.
Il San Paolo applaude, forse per esorcizzare lo spavento. Ma gli applausi più forti se li merita Pandev, il migliore in campo, che in avvio di ripresa infila un assist impossibile tra le maglie della difesa amaranto per Callejon: lo spagnolo torna al gol - il suo quarto in serie A - e chiude di fatto la gara.
Il Livorno è al tappeto, il Napoli sfiora il 4-0 più volte - Bardi nega il gol su punizione ad un ottimo Mertens - e alla fine lo ottiene con Hamsik, che ribatte in rete la parata di Bardi su Insigne e poi lascia il campo all'esordiente in serie A Bariti. Il Napoli vince e resta nella scia della Roma, il Livorno perde la sua seconda gara di fila dopo quella di Verona.
Verona travolge il Bologna - Il Verona spedisce il Bologna all'inferno. Grazie a una prestazione d'altissimo livello, la formazione di Mandorlini si impone per 4-1 al Dall'Ara e mette a serio rischio la panchina di Pioli, già traballante dopo il ko dell'Olimpico. Nel match iniziato con oltre 20' di ritardo per tafferugli tra tifosi che hanno portato il pullman degli ospiti in ritardo allo stadio, il Verona ha addirittura rischiato di dilagare, e allora se si può trovare un difetto agli scaligeri è proprio questo: troppe le occasioni sprecate in contropiede, per un risultato che avrebbe potuto essere ancora più schiacciante.
Per il Bologna solo segnali negativi: la difesa che nonostante il rientro di Antonsson subisce altri tre gol, e l'attacco che, a parte Diamanti, non trova leader e gol, con un Bianchi irriconoscibile e addirittura sostituito nel corso del primo tempo. Ma grandi meriti al Verona, il 4-3-3 costruito da Mandorlini funziona alla perfezione: Iturbe è super, il centrocampo ha idee e corsa, Toni segna. Subito Della Rocca, para Rafael. Sembra finalmente un pomeriggio positivo per il Bologna, che protesta per un tocco di mano in area di Donati: per Valeri è tutto regolare.
Al primo assalto però il Verona passa con Cacciatore: bello il sinistro del terzino, niente da fare per Curci. Bologna sotto shock, il Verona ne approfitta con Iturbe, che slalomeggia in mezzo al campo prima di infilare col sinistro il suo secondo gol consecutivo. I padroni di casa faticano a reagire, Rafael anticipa Bianchi sul cross di Morleo imbeccato da Diamanti, ma quando avanza il Verona fa veramente paura: scambio splendido tra Iturbe e Toni, l'argentino chiude col sinistro sfiorando di un soffio il terzo gol, decisiva la deviazione di Sorensen. Pioli prima della fine del tempo toglie lo spento Bianchi (dentro Moscardelli), successivamente inserisce Laxalt per Della Rocca, forse tra i pochi a salvarsi nel deserto dei primi 45'.
Il Bologna sembra più convinto, Diamanti sfiora subito il gol, quindi l'occasionissima arriva dal dischetto, con il capitano che trasforma il rigore concesso da Valeri per il fallo di Gonzalez su Moscardelli (il contatto c'è). Il Verona si rintana sotto la pioggia e rischia: cross di Laxalt, Rafael anticipa Moscardelli quindi Diamanti prova il supergol, ma nel momento migliore dei padroni di casa gli ospiti calano il tris. Splendida la combinazione Gomez-Iturbe, assist al bacio dell'argentino per Toni che non ha alcuna difficolta' a battere Curci.
Il Bologna accusa il colpo e rischia il tracollo: altra superba azione di contropiede, Jorginho rifinisce per Gomez che per un soffio non trova l'angolino col sinistro. Non c'è un attimo di sosta: il cross di Morleo mette in difficoltà la retroguardia gialloblù, che si salva con Maietta; poi in contropiede Toni e Romulo sprecano di tutto e di più, mantenendo ancora in vita il Bologna.
Anche Jorginho sbaglia dopo aver fatto tutto benissimo, replica il solito Diamanti (bene Rafael). Ancora Toni va vicinissimo al quarto gol, ignorando Romulo liberissimo nel cuore dell'area. Laxalt si impegna e crea difficoltà a Rafael: doppia parata del portiere brasiliano, Mandorlini serra le fila e toglie, dopo lo strepitoso Iturbe, anche lo sfinito Gomez.
Dentro Martinho e Hallfredsson, il Bologna ci mette il cuore ma non trova la scintilla per sperare nell'assalto finale. E chiude, mestamente, tra i fischi dei tifosi; il Verona, invece, fa sogni d'Europa e in pieno recupero cala il poker: con Jorginho, al terzo gol di fila su assist di Romulo.
Esordio ok per Gasperini: Genoa pareggia 1-1 a Catania - Gasperini torna al Genoa e il Genoa torna a far punti. In casa del Catania, i rossoblù giocano un buon primo tempo e acciuffano un pari dopo essere andati immeritatamente in svantaggio, mostrando una grinta che, derby a parte, non si era vista con Liverani.
Il Catania ripiomba nelle incertezze precedenti alla vittoria con il Chievo ed esce dal campo tra i fischi dei tifosi. Tifosi che, in avvio di partita, hanno voluto ricordare con uno striscione la strage di migranti nel mare di Lampedusa: "Basta barconi della morte, basta potenti indifferenti".
In campo Gasperini reinventa il Genoa, con un 3-4-3 che ha in Kucka esterno d'attacco la sua principale novita. Una formula che pare funzionare, visto che i rossoblù risultano i più pericolosi nel primo tempo. Al 21', su cross di Vrsaljko, Kucka colpisce di testa e chiama alla parata Andujar, poi è Santana, al 31', a sfiorare il palo di destro. In difesa, però, le incertezze restano.
Dopo una traversa di Castro, al 14' Barrientos porta in vantaggio il Catania approfittando di un brutto errore di Antonini. L'argentino va vicino al raddoppio, ma col tempo il Catania pare accontentarsi e, così, al 42' viene punito da un autogol di Legrottaglie, che devia in rete un innocuo cross di Stoian.
Samp mai doma: 2-2 contro il Toro nel recupero - Mai dire Sampdoria. Nel bene e nel male i blucerchiati regalano sempre emozioni nel finale e stavolta si salvano rocambolescamente grazie a un rigore a tempo scaduto realizzato da Eder. Finisce 2-2 ma è successo di tutto a Marassi con protagonista in negativo l'arbitro Gervasoni.
Per i doriani era l'ultima chiamata prima che venisse ufficialmente dichiarato lo stato di crisi ma il Toro, assente per 45', ha fatto vedere le streghe alla squadra di Delio Rossi.
In vantaggio di un gol grazie a Sansone, bravo a battere Padelli con un sinistro potente, prima del riposo ci sarebbe anche il raddoppio della Samp con Pozzi, abile a riprendere una respinta del portiere su tiro di Palombo, ma l'arbitro a sorpresa fischia la fine del tempo prima della ribattuta dell'attaccante doriano. Il capitombolo arriva nella ripresa in due atti: al 21' su angolo di Cerci, combina un pasticcio Obiang servendo un assist d'oro a Immobile che sotto misura insacca.
Dieci minuti dopo sembra completarsi il suicidio blucerchiato: Palombo atterra in area D'Ambrosio, rigore che Cerci realizza. Sembra finita per la Samp ma in pieno recupero Gervasoni assegna un rigore assai dubbio per un intervento di Glik sul neo-entrato Eder e lo stesso attaccante realizza dagli undici metri per il 2-2 finale.
Cassano show, e Parma in 10 schiaccia il Sassuolo - Sarebbe piaciuta a Nils Liedholm la vittoria del Parma sul Sassuolo per 3-1. Non solo perché a trionfare è stato un altro ex milanista doc, Roberto Donadoni, ma perché il Parma ha confermato sul campo la regola d'oro del Barone, e cioè che in dieci si gioca meglio che in undici.
Già perché i crociati hanno battuto il Sassuolo proprio grazie ad un secondo tempo tutto giocato in inferiorità numerica, anche se con un Cassano in più.
L'espulsione al 47' del primo tempo di Antonio Mirante per un fallo da ultimo uomo su Berardi, con rigore realizzato dallo stesso attaccante del Sassuolo, sembrava il preludio di un assedio neroverde alla porta avversaria. Non è stato così. Anzi, il Parma ha segnato due reti in dieci uomini beffando la difesa di Di Francesco, non matura per la serie A.
Se si aggiunge poi che i padroni di casa nel primo tempo avevano anche perso Biabiany per un infortunio si comprende bene come il Sassuolo abbia sprecato un'occasione per la prima vittoria stagionale. Bene, anzi benissimo, invece il Parma e, in particolare, Antonio Cassano.
Il fuoriclasse barese è autore di due assist e poi, nel finale, di un gol. FantAntonio è in costante miglioramento, anche dal punto di vista fisico, e nella ripresa, pur rimasto da solo in attacco, ha tenuto il campo con grande energia non sprecando mai un pallone. E' lui l"X Factor' di un Parma che nelle ultime quattro partite ha incassato otto punti, il segnale di una crescita che ha rilanciato gli emiliani. Discorso diametralmente opposto per il Sassuolo.
Al Tardini la squadra di Di Francesco ha fatto un passo indietro rispetto ai pareggi con Napoli e Lazio e il tecnico neroverde ha definito questa sconfitta peggiore anche del 7-0 incassato con l'Inter. Graziati dall'arbitro al 21' pt, quando un fuorigioco molto dubbio ha fermato Cassano lanciato a rete, al 32' gli ospiti non hanno potuto nulla sul colpo di testa di Palladino.
A servire la palla all'attaccante crociato è stato Cassano, servito a sua volta da un maldestro Acerbi. Un erroraccio che il Parma ha restituito con gli interessi nel finale. Gobbi ha sbagliato il retropassaggio verso Mirante e Berardi si è lanciato in area. Il portiere del Parma lo ha fermato con una spallata, millimetri dentro l'area.
L'arbitro prima ha fatto proseguire, con il tiro di Magnanelli deviato in angolo da Lucarelli, poi ha concesso il rigore, dopo consultazione con l'arbitro di porta Nasca, ed espulso Mirante. Berardi non ha sbagliato dal dischetto. Di nuovo in parità e in superiorità numerica, Di Francesco inserisce la terza punta, Floro Flores, trasformando l'assetto iniziale, 3-5-2, per un ultra offensivo 3-4-3.
I neoentrato si è fatto subito pericoloso al 20' colpendo un palo, ma poi gli errori sono tornati protagonisti in casa Sassuolo. Al 25' Cassano è stato lasciato libero sulla sinistra e la parabola per Rosi sul palo opposto ha sorpreso Ziegler ma non il difensore crociato che ha messo in rete. Al 31' ha lasciato invece di sasso gli avversari Gargano, che ha battuto in fretta una punizione a centrocampo per Cassano che in area, dopo aver seminato Marzorati, ha depositato in rete l'ultimo gol di un 3-1 che lascia sgomento Di Francesco e i tifosi del Sassuolo.
Udinese-Cagliari; friulani non aggressivi, ma vincenti - Servivano una vittoria e una gran prestazione all'Udinese per uscire dalla crisi di gioco e risultati. La prima è arrivata, con le due reti siglate oggi al Cagliari, scioltosi dopo il doppio vantaggio bianconero.
La seconda non ancora, o non del tutto. Male nel primo tempo, l'Udinese si è risollevata un po' nella ripresa, dopo il raddoppio di Di Natale che ha costretto il Cagliari, mai davvero pericoloso, a rovesciarsi in attacco per rimediare lo svantaggio. Forse la paura di sbagliare. Forse il timore di perdere un'altra occasione. Certo è che la reazione forte e decisa che ci si aspettava dall'Udinese non è arrivata.
Il ritmo, l'intensità e l'aggressività invocati da Francesco Guidolin alla vigilia sono rimasti nello spogliatoio bianconero. A deludere più di tutti le aspettative, tra le fila friulane, Nico Lopez, il giovane attaccante di cui appena ieri il tecnico aveva tessuto le lodi, ma che oggi in campo è stato continuamente richiamato. La bocciatura è arrivata nell' intervallo, quando Guidolin lo ha lasciato negli spogliatoi, mandando in campo al suo posto Maicosuel. Tutta un'altra musica, invece, sul fronte Cagliari.
La squadra sarda, schierata in campo da Diego Lopez con un 4-3-1-2, con Ibraimi alle spalle della coppia d'attacco Ibarbo-Pinilla, ha subito preso in mano le redini del gioco. Ha fatto possesso palla e creato, mostrandosi più squadra. Eppure nel calcio contano gli episodi e chi la butta dentro. Così al Cagliari è rimasto un legno, quello colpito al 3' di gara da Murru. Il suo tiro, potente, ha sorpreso Kelava leggermente fuori dai pali. Ma il pallone si è perso sul fondo dopo aver scheggiato la parte alta della traversa.
E l'Udinese, pur sottotono, ha chiuso il primo tempo in vantaggio. Grazie alla semi-rovesciata con cui Danilo ha sbrogliato la confusione che si era venuta a creare nell'area sarda su una punizione calciata da Di Natale che gli isolani non sono riusciti a spazzare. Primo gol in campionato per il difensore brasiliano. Il raddoppio friulano arriva in avvio di ripresa su un calcio di punizione dal limite dell'area battuto magistralmente dal solito Di Natale.
Palla a fil di palo, nulla da fare per Agazzi. E' sempre lui, l'eterno capitano bianconero, a sfiorare il terzo centro per i friulani, poco prima della mezz'ora, con un rapido contropiede che lo porta a tu per tu con Agazzi. La sua conclusione termina sul fondo. Un minuto più tardi fa il bis Maicosuel, infilando in contropiede la retroguardia di un Cagliari completamente sbilanciato in attacco. "O' mago" si libera degli avversari in area e cerca il varco per il tiro. La difesa sarda in qualche modo spazza, aiutata anche da un tocco irregolare di mano di Astori. L'arbitro lascia correre. Cambia poco ai fini del risultato. L'Udinese si porta comunque a casa tre punti.