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Finisce era Pdl e torna Forza Italia senza Angelino: rimane la fiducia al governo. Per ora.

L'era del Pdl è finita, rinasce Forza Italia.  Cariche azzerate, attività sospese, inclusa quella del segretario Angelino Alfano che oggi non era al vertice dell'ufficio di presidenza. Proprio questo ha deciso, con "voto unanime" il ritorno al partito del 1994.

Dei 24 aventi diritto all'ufficio di presidenza, ce n'erano solo 18. Angelino Alfano, Renato Schifani, Roberto Formigoni, Maurizio Sacconi e Carlo Giovanardi hanno disertato la riunione, ''con il mio consenso'' ha precisato Berlusconi. Non era presente anche Sandro Bondi perché impegnato all'estero ma ha dato piena delega all'ex premier. ''Il mio contributo all'unità del nostro movimento politico, che mai ostacolerò per ragioni attinenti i miei ruoli personali - ha spiegato Alfano in una nota - è di non partecipare, così come faranno altri colleghi, all'ufficio di presidenza, che ha il compito di proporre decisioni che il Consiglio Nazionale - previsto l'8 dicembre -  sarà chiamato ad assumere.

Nel pomeriggio, in un incontro durato oltre due ore, i ministri pidiellini hanno ribadito a Berlusconi il loro 'no' a un'accelerazione verso Forza Italia e soprattutto di non condividere l'idea di azzerare le cariche del partito. Ma non è servito a nulla perché Berlusconi, poco tempo dopo, ha annunciato che ''con la deliberazione dell'ufficio di presidenza siamo tornati allo statuto di Forza Italia che assegna al presidente il diritto-dovere, il compito di delegare le varie funzioni'' e che sarà lui ad indicare ''le funzioni che devono svolgere e le persone vecchie e nuove''.

Comunque, spiega ancora Berlusconi, con il vicepremier Alfano ''è tutto risolto'' anzi ''gode del mio affetto, della mia stima e della mia amicizia. Sono stato io a proporlo come segretario e credo che potrà continuare nel suo ruolo'' ma intanto anche la sua carica nel partito, come le altre, è azzerata.

Tutto è rimandato all'8 dicembre, giorno del Consiglio nazionale, durante il quale tutte decisioni saranno ''sottoposte al voto''. Quanto al governo, per ora la fiducia è confermata, ma se il Pd voterà la decadenza sarà ''molto difficile continuare a collaborare con un alleato con cui si siede in Consiglio dei ministri ma che si basa su una sentenza frutto di un disegno preciso di certa magistratura''. Per quanto riguarda i ministri del Pdl presenti nell'esecutivo Berlusconi precisa: ''Ai ministri ho confermato la mia fiducia se si mantengono nelle decisioni prese a maggioranza nel partito''.