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Identificati resti di un uomo ritrovato nelle campagne di Carbonia: appartengono ad un calabrese di 49 anni.

Il 17 marzo scorso alle ore 16.00, a Carbonia (Ca), in località “Tanas-Barbusi”, in una zona di campagna adiacente la bretella di collegamento della S.P. nr. 2, km. 1 circa, erano stati rivenuti, in una folta vegetazione, i resti di uno scheletro appartenente in vita a persona di sesso maschile, smembrato  ed in avanzato stato di decomposizione.

Dopo il sopralluogo, eseguito da personale specializzato del  Nucleo investigativo – sezione rilievi tecnici del comando provinciale di Cagliari  i resti ossei, come disposto dalla competente A.G., erano stati recuperati e trasportati presso la  camera mortuaria del locale cimitero. Nell’occasione, visto lo stato dello scheletro e di quanto repertato sul luogo del rinvenimento non era stato possibile, al momento,  alcuna identificazione quindi era stati prelevati due denti per effettuare l’analisi del dna.
Ieri,  al termine degli accertamenti biomolecolari (dna – typing) effettuati  dal Ris Cagliari – sezione biologia -  è emerso che i resti del cadavere rinvenuto  sono  riconducibili a Domenico Carchidi, 49 anni, nato a Lamezia Terme (RC), ma quando era invita era residente a Carbonia e senza fissa dimora, celibe, disoccupato, del quale ne era stata denunciata la scomparsa dai familiari residenti a Lamezia Terme nel maggio 2012 dalla madre che non aveva più notizie del figlio da diversi mesi.

Del caso si era occupata anche la trasmissione chi l’ha visto su rai 3.
L’attività di identificazione è stata molto lunga e i campioni di confronto sono stati presi due volte, prima alla sorella del morto a Carbonia e successivamente alla madre, attività questa fatta dai cc di Lamezia Terme.
Il Ris di Cagliari ha quindi effettuato l’estrapolazione del dna dai denti repertati ed ha effettuato la comparazione con i dna dei familiari dello scomparso.

Relativamente al caso Carchidi il Ris di Cagliari ha effettuato analisi particolarmente sofisticate messe a punto dal medesimo reparto proprio per il riconoscimento di cadaveri gravemente degradati recuperando il dna dall’interno dei denti.

Questa metodica che è stata oggetto di pubblicazione scientifica ed era stata già applicata con successo per il riconoscimento definitivo del marinaio scomparso in mare ad Olbia e ritrovato dopo sei mesi.
Il Ris di Cagliari, reparto di vera eccellenza,  in base alla peculiare esperienza maturata nel settore potrebbe essere incaricato del riconoscimento dei cadaveri eventualmente ritrovati a bordo della concordia.

Tutta l’attività è stata effettuata in stretta collaborazione tra i carabinieri della Stazione di Carbonia, il personale specializzato in rilievi tecnici del nucleo investigativo di Cagliari, il personale dell’aliquota operativa di Lamezia Terme e gli specialisti del Ris di Cagliari.