E' stato un test missilistico congiunto con gli Stati Uniti quello effettuato da Israele nel Mediterraneo. Lo fa sapere il ministero della Difesa israeliano. L'annuncio giunge dopo che la Russia ha registrato stamattina il lancio di due "oggetti balistici" nel Mediterraneo orientale alle 08.16 ora italiana.
Il test missilistico congiunto tra Israele e Usa è stato condotto da una base dell'aviazione nel centro di Israele. Lo dice il ministero della Difesa, citato dai media. Il test è avvenuto alle 9.15 ora israeliana, che coinciderebbe - sostengono i media - con i rapporti da Mosca sull'individuazione dei lanci di stamattina.
Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu è tornato oggi ad ammonire sulle conseguenze di un attacco ad Israele: "La realtà intorno a noi sta cambiando. Voglio dire a chiunque intenda farci del male: non è consigliabile".
"La nostra esistenza qui dipende dall'esistenza di un Muro di ferro. Noi costruiamo un Muro di ferro", ha affermato Netanyahu poco dopo l'annuncio odierno sul test di un missile di intercettazione. "Abbiamo un Iron Dome (Cupola di ferro, sistema di difesa anti-razzi) a cui si unisce la nostra volontà di ferro" ha detto ancora Netanyahu. "Queste sono le cose che ci danno la forza di difenderci", ha aggiunto.
Intanto ha toccato quota due milioni e sembra destinato a crescere il numero di rifugiati siriani. Dalla Siria non si arresta il flusso di donne, bambini e uomini che attraversano i confini in uscita dalla Siria spesso portando con se poco più dei vestiti che indossano. E' un trend allarmante quello che ha visto fuggire 1,8 milioni di persone in 12 mesi. Esattamente un anno fa i rifugiati registrati o in attesa di registrazione erano 230.671.
"La Siria è diventata la grande tragedia di questo secolo - una vergognosa calamità umanitaria con livelli di sofferenza e esodi mai registrati nella storia più recente," ha affermato Antonio Guterres, Alto Commissario delle Nazioni unite per i Rifugiati. "L'unico conforto è rappresentato dall'umanità dimostrata dai paesi confinanti nell'accogliere e salvare la vita di così tanti rifugiati".
Oltre il 97% dei rifugiati siriani sono ospitati dai paesi della regione confinante, il che pone un fardello non indifferente sulle infrastrutture, sulle economie e le società dei paesi coinvolti. C'è urgente bisogno di un consistente sostegno internazionale per aiutare questi paesi a gestire la crisi dei rifugiati siriani.