Dopo quasi tre ore di vertice, è quasi rottura tra Letta ed il suo vice in un confronto descritto come "duro": per il premier ultimatum e ricatti non sono accettabili, anche perché lui non intende fare pressioni sul Pd in vista del voto in Giunta sulla decadenza di Berlusconi ed i piani del governo e delle vicende del Cav dovrebbero rimanere separati.
Il segretario Pdl, stretto tra i falchi del partito e l'umore nero del Cav, considera invece "inaccettabile" che il Pd, pur alleato di governo, non consideri neppure il nodo della non retroattività della legge Severino e tiri dritto per far decadere Berlusconi.
Il faccia a faccia tra Letta e Alfano conferma che il governo è in bilico. Ma in attesa di capire se il Cavaliere farà saltare il banco, va avanti come confermano i passi avanti su Imu e Iva registrati tra il premier ed il suo vice in vista del consiglio dei ministri del 28 agosto.
La soluzione per garantire l'agibilità politica di Berlusconi non si trova "Io non posso dire al Pd di non votare per la decadenza, la giunta decide secondo criteri giuridici e non politici. A questo punto sta a voi decidere che cosa fare", avrebbe spiegato il premier Letta, da sempre convinto che per tenere il governo al riparo vanno separati i piani.
Il Pdl, avrebbe ribattuto Alfano, non può restare dentro la coalizione se l'altro partito della coalizione fa decadere il leader del partito alleato per un atteggiamento pregiudiziale, non considerando nemmeno i dubbi di illustri giuristi sulla retroattività della legge Severino. Non che, ha però chiarito il vicepremier, il Pdl voglia fare cadere il governo ma così è l'atteggiamento del Pd che rischia di far precipitare tutto.
E tuttavia, il Pdl non ha intenzione di far cadere il Governo, che ha fortemente voluto nell'interesse del Paese, ma non va bene a questo fine l'atteggiamento pregiudiziale del Pd, sottolineano fonti del Pdl dopo il lungo incontro a palazzo Chigi tra il premier Enrico Letta e il segretario del Pdl Angelino Alfano.
"Le sentenze della magistratura possono non piacere ma vanno rispettate e vanno fatte eseguire", ha detto il segretario del Pd Guglielmo Epifani dal palco della festa del Pd a Siena. "Non per andare contro qualcuno ma per fare gli interessi di tutti. Non è una battaglia contro Berlusconi ma in favore di uno stato di diritto. Fa bene Letta a proseguire la sua azione di governo" ha aggiunto.
"La legge Severino fu fatta per evitare di avere condannati in Parlamento per reati particolarmente gravi. Quella legge la votarono tutti compreso il Pdl. Come si può obiettare ora qualcosa?" ha chiesto Guglielmo Epifani segretario nazionale del Pd, parlando alla festa provinciale del suo partito. "Se non si rispettano le leggi che si votano, che senso ha promulgare delle leggi e avere uno stato di diritto?". Epifani ha poi puntualizzato che "i democratici seguiranno alla lettera la legge che hanno contribuito a fare".
Al di là del muro contro muro, Berlusconi ha margini di manovra sempre più stretti. Chi ha avuto modo di parlarci lo descrive come molto scoraggiato ma consapevole dei rischi di una caduta dell'esecutivo. Anche percéè, si apprende da fonti parlamentari, girano voci di movimenti al Senato di almeno una decina di senatori Pdl pronti a 'dare una mano' per un Letta bis. Voci categoricamente smentite dal Pdl che giura fedeltà all'ex premier ma sono molti nel Pdl a sapere che al prossimo giro difficilmente saranno candidati. Ma soprattutto il Cav teme che senza lo scudo dell'immunità parlamentare possa finire alla mercé del primo pm politicizzato.
Tra due giorni Berlusconi tornerà a riunire i suoi in un vertice ad Arcore per capire come muoversi. L'unico spiraglio che sembra possibile è quello di prendere tempo in giunta, con il tema della retroattività della legge Severino. Una possibilità che permetterebbe al governo di andare avanti un altro mese chiudendo così la finestra del voto in autunno.