L'amministrazione Obama ha lanciato un avviso ai cittadini americani chiedendo loro di evitare i viaggi non essenziali in Egitto a causa della situazione di incertezza nel Paese. L'avvertimento è stato diffuso dal Dipartimento di Stato poche ore dopo che un cittadino statunitense è rimasto ucciso negli scontri fra sostenitori e oppositori del presidente egiziano Mohammed Morsi ad Alessandria.
Il Dipartimento ha anche autorizzato "un numero limitato di membri dello staff diplomatico non essenziale" dell'ambasciata Usa al Cairo a lasciare l'Egitto insieme alle loro famiglie finché le condizioni non miglioreranno. Questo provvedimento non richiede a nessuno di partire, ma incoraggia il personale a farlo permettendo di muoversi a spese del governo.
Gli Stati Uniti hanno confermato ieri sera la morte di un cittadino americano in Egitto, negli scontri avvenuti ad Alessandria tra sostenitori ed oppositori del presidente Mohamed Morsi. Una fonte medica egiziana aveva ieri parlato della "morte di un americano di 21 anni". Secondo il capo della sicurezza di Alessandria Amine Ezzedine, il giovane lavorava al Centro culturale americano della città e stava scattando foto degli scontri.
Oltre che a piazza Tahrir, centinaia di oppositori del presidente egiziano Mohammed Morsi ieri si sono radunate al Cairo all'ingresso del palazzo presidenziale nel quartiere di Heliopolis, per chiedergli di dimettersi.
Lo riporta l'agenzia di stampa di Stato egiziana. Contemporaneamente decine di migliaia di sostenitori di Morsi, per lo più islamisti, si sono radunate nella piazza antistante la moschea di Rabia el-Adawiya, non lontano dal palazzo. La sede presidenziale è uno dei luoghi dove l'opposizione ha intenzione di radunarsi per la manifestazione nazionale organizzata per domani, in coincidenza con l'anniversario dell'insediamento di Morsi alla presidenza. I partiti islamisti hanno invece deciso di tenere un sit-in nella vicina zona di Rabia el-Adawiya.