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Processo Ruby bis, Mora ci ripensa: ad Arcore “abuso, dismisura

Degrado"Lele Mora, prendendo la parola all'inizio del processo Ruby che lo vede imputato con Emilio Fede e Nicole Minetti ha spiegato che in aula intendeva dire "poche parole per non violare quel silenzio che mi sono imposto, a mio avviso, almeno per me, unica condotta dignitosa".

L'ex agente dei vip ha letto un testo di 5 pagine e ha aggiunto anche alcune considerazioni a braccio. Mora, rivolgendosi ai giudici della V sezione penale, ha spiegato che "il carcere ti impone una pausa, ti obbliga a momenti di rilettura della vita ed io, anche in questo mio nuovo stato, vorrei continuare questa iniziata riflessione, sperando di ritrovare la dritta via. Voglio - ha aggiunto - da quella bufera infernale che troppo a lungo mi ha trascinato, togliendomi luce e ragione, vorrei poter uscire a rivedere le stelle".

Dopo essersi scusato con i giornalisti per alcune frasi pronunciate appena uscito dal carcere, Mora ha aggiunto che un importante quotidiano oggi descrive la vicenda delle feste di Arcore con le parole "disonore, abuso di potere e degrado". "E' vero - ha proseguito - e così è stato. Io sono stato un passivo concorrente". Il suo legale, Gianluca Maris, in una pausa dell'udienza ha spiegato che Mora invece intendeva dire di "non essere stato un passivo concorrente" della situazione, ammettendo così pienamente le sue responsabilità.

Mora ha quindi sottolineato di non aver "mai voluto ne percepito di poter condizionare la volontà" delle giovani donne che accompagnava ad Arcore e di non averne mai giudicato i comportamenti "forse qui sbagliando" né di averne "inquadrato le condotte come prostituzione".

"Le condotte di Mora non hanno niente a che vedere con gli atti sessuali eventualmente compiuti" ad Arcore. E' questa la linea di difesa dell'ex talent scout, espressa nell'arringa dell'avvocato Gianluca Maris, che ha parlato con il collega Nicola Avanzi, chiedendo l'assoluzione "perché il fatto non costituisce reato". In sostanza, in un "contesto di venalità, arrivismo e ambizione" delle serate, Mora faceva solo il talent scout: non c'era "partecipazione psicologica" in quello che avveniva "dopo".

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