Nel 2012 il potere d'acquisto delle famiglie italiane ha registrato una caduta "di intensità eccezionale" (-4,8%). Lo si legge nel rapporto Istat in cui si evidenzia che al calo del reddito disponibile (-2,2%) è corrisposta una flessione del 4,3% delle quantità di beni e servizi acquistati, la caduta più forte da inizio anni '90.
"A questo andamento hanno contribuito soprattutto la forte riduzione del reddito d'attività imprenditoriale e l'inasprimento del prelievo fiscale", spiega l'Istat.
Ecco alcuni dei segni più evidenti lasciati dalla crisi, a riprova dell'indebolimento economico delle famiglie: tra il 2008 e il 2012, i residenti hanno effettuato il 36% di viaggi in meno e hanno ridotto del 29,1% le notti trascorse in viaggio, soprattutto per motivi economici. E non si taglia solo sulle vacanze. Uno dei settori più colpiti dalla recessione è il mercato del mattone: i volumi delle compravendite segnalano in tutti i segmenti la più ampia riduzione su base annua degli scambi dal 2004.
Complessivamente nel 2012 i passaggi di proprieta' di unità immobiliari si sono ridotti del 22,6%. In flessione risultano anche i prezzi degli immobili residenziali cquistati dalle famiglie per scopi abitativi e di investimento che, nell'ultimo trimestre dell'anno, sono scesi del 4,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Non è stato così per i prezzi al consumo: nella media del 2012 l'inflazione si è attestata al 3%, due decimi di punto in piu' rispetto al 2011. La crescita dei prezzi al consumo in Italia è risultata fra le più sostenute nell'eurozona, inferiore solo a quella di Slovacchia e Estonia. Tuttavia, nei primi mesi del 2013 il processo di rientro dell'inflazione si è intensificato e la distanza con l'inflazione media dell'area dell'euro si è annullata.