Dopo aver incassato per settimane, Enrico Letta si toglie i guantoni e picchia duro su Beppe Grillo. Finora, pur senza chinare la testa, si era tenuto alla larga dalle polemiche, nonostante le punzecchiature del leader cinquestelle. Anzi, durante le consultazioni aveva invitato i grillini a "scongelarsi" per valutare i provvedimenti del governo senza pregiudizi.
Richiesta subito declinata da Grillo che per tutta risposta lo aveva ribattezzato 'capitan Findus'. L'ennesimo richiamo dell'ex comico genovese al golpe, con l'implicita accusa al capo dello Stato di aver 'diretto' un colpo di Stato, hanno pero' costretto il premier a rompere gli indugi con una dura risposta alle invettive di Grillo. Che stamani lo aveva canzonato: "Per 20 anni ha fatto il nipote di suo zio. Di professione fa il nipote?".
L'occasione per replicare, viene offerta al capo del governo durante la conferenza stampa con il presidente dell'Europarlamento Schulz. "Devo dire che è da 46 anni che faccio il nipote", premette ironico Letta. Che dopo una pausa di riflessione decide di lanciare l'affondo: "Se Grillo la butta sull'insulto vuol dire che non ha molti argomenti. Ma io voglio occuparmi dei problemi del Paese" e mentre "con un decreto io togliero' lo stipendio ai miei ministri, vedo che lui fatica a non far prendere la diaria ai suoi parlamentari".
Potrebbe finire qui, ma decide che è meglio chiudere la pratica. "E' la seconda volta che usa la parola colpo di Stato per ferire le istituzioni del nostro Paese che sono legittime e rappresentano la sovranità popolare", afferma il premier, ricordando che recentemente una giornalista cilena gli ha spiegato cosa vuol dire davvero subire un golpe "facendogli fare una figuraccia".
Insomma, conclude, "anche per il massimo rispetto che abbiamo per il presidente della Repubblica, queste parole di Grillo sono totalmente inaccettabili". Schulz si associa alla reprimenda: "Non ho nessuna paura di Grillo", afferma sarcastico anche perche' "non e' l'unico esemplare" in Europa dove anzi come lui ce ne sono parecchi. La controreplica dell'ex comico non si fa attendere.
"Un mantenuto dalla politica dal 1996, Enrico Letta, ci fa lezioni di morale. Non le accettiamo da una persona che si tiene stretta i 46 milioni di rimborsi elettorali", attacca dal suo blog. In suo soccorso arrivano anche le truppe parlamentari: "M5S può dimostrare nei fatti di avere già mantenuto le sue promesse, mentre Letta è ancora nella fase di chi è costretto a declinare i verbi al futuro ('togliero")", attaccano i gruppi congiunti di Camera e Senato.
Lo scontro, per ora, termina qui. Il premier del resto è già impegnato su diversi fronti. Alla vigilia del conclave governativo nell'abbazia di Spineto, dover ogni ministro portera' i propri progetti, riunisce i capigruppo della sua 'strana' maggioranza. Chiede loro di farsi "sentinelle" di possibili malumori parlamentari. L'obiettivo è "sminare le tensioni" prima che diventino pericolose. Per evitare rischi, però, l'unico modo è far partire l'attività di governo.
Il nulla di fatto al Cdm di giovedì su Imu e Cig (attese comunque a metà della prossima settimana) lo rafforza nella convinzione che l'Esecutivo debba accelerare sul programma: entro 100 giorni si devono gettare le fondamenta dei tre pilastri su cui costruire l'azione del governo, spiega ai presenti. I dossier sono tre: casa (non solo sul fronte Imu, ma anche del riordino complessivo del sistema fiscale a cominciare dagli incentivi per ristrutturazioni e risparmio energetico), lavoro (per il quale serve un "piano straordinario" dell'Europa da varare al vertice Ue di giungo contro la disoccupazione giovanile) ed infine riforme istituzionali (a cominciare dalla legge elettorale) che sono ormai un "punto di non ritorno".