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Crimi, i saggi provano che la classe politica è cieca: 5 Stelle all’attacco di Napolitano

"La scelta di Napolitano non è altro che un'ulteriore conferma della cecità che ha colpito la classe politica: ancora non ha compreso il risultato di queste elezioni. La logica partitica si riscontra oggi nei gruppi ristretti indicati dal Presidente, che di 'saggio' hanno ben poco, e di politico hanno tanto". Già finito l'idillio fra i dirigenti del M5Stelle e Giorgio Napolitano, almeno a giudicare da quanto scrive il capogruppo dei senatori 5 Stelle, Vito Crimi, sul suo blog.

Questi saggi, continua, "altro non sono che la perfetta sintesi della realtà di partito che non vuole sapere di ogni singolo parlamentare e ci porterà a proporre una proposta organica e completa per ogni tema. Ma sappiate che le proposte potranno essere esaminate solo se partiranno le Commissioni permanenti. Se davvero è urgente fare qualcosa per il Paese ci aspettiamo un'ampia condivisione di tali istanze. 'Presto' e 'subito' paiono essere le parole d'ordine che ci accomunano tutti: e allora sia, muoviamoci!".

"Al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano abbiamo ribadito la serietà delle istanze del Movimento 5 Stelle, e la nostra intenzione di proporre una rosa di nomi altrettanto autorevole ed importante, tale da renderne scontata l'approvazione in sede parlamentare tramite voto di fiducia. Si sarebbe trattato di personalità di alto profilo professionale, nonche' di marcata e riconosciuta distanza dal mondo politico e da incarichi istituzionali che potessero suggerirne una contiguità. La risposta è stata il silenzio".

Crimi prosegue: "Personalmente ho osato ancora di più, chiedendo al Presidente di allontanarsi dall'orizzonte politico, di cercare altrove, fuori della realtà dei partiti, ovvero laddove oggi chiedono si rivolga il suo sguardo quanti nelle elezioni appena trascorse, tra voti al M5S e astenuti, hanno voluto comunicare la loro insofferenza nei confronti della classe politica. La soluzione migliore era pertanto un governo fuori dalla politica.

Come ho in precedenza scritto nel mio resoconto, il Presidente ci ha manifestato la sua propensione a non promuovere un'esperienza con individualità e virtu' estranee al palcoscenico politico (portando a tal proposito come esempio il governo Monti, ma non era quello il modello che intendevo ahimè, e comunque ritenendo non ripetibile quella esperienza) e a seguito di elezioni politiche avrebbe potuto vedere la luce solo un governo politico. Cosa avremmo potuto dire di piu'? Niente. La posizione del Presidente era chiara ed esplicita: nessun governo fuori dal mondo politico. A che pro fare nomi? Nemmeno Pierluigi Bersani, nelle occasioni d'incontro e nei colloqui che ci hanno visto partecipi, ma neanche all'esterno, ha mai palesato la volontà di coinvolgere persone avulse dalla politica, volgendo anzi lo sguardo a persone a lui vicine e ponendosi sempre in veste di Premier, senza alcuna alternativa".

"No - risponde Crimi - Troppe volte abbiamo riposto fiducia incondizionata, troppe volte abbiamo demandato, troppe volte abbiamo lasciato correre, nella speranza che ci fosse una prossima volta per rimediare. A quanti oggi sostengono che avremmo dovuto offrire una possibilita' a Bersani e al PD, chiedo: quante possibilita' gli sono state concesse in questi ultimi anni? Quante occasioni hanno avuto per mantenere promesse che sistematicamente venivano disattese? Quando si sono degnati di abbandonare il ruolo di 'stampella' di Berlusconi, per indossare finalmente le vesti di una reale forza di opposizione, che potesse aspirare un giorno ad un ruolo di governo per risollevare le sorti del Paese? Perché questa doveva essere la volta buona? Cosa è cambiato? Abbiamo dinnanzi gli stessi interlocutori di sempre, e da questi provengono ancora le medesime parole e illusioni che da decenni ci propinano, senza averne mai portata a realizzazione alcuna".

"Dopo aver preso atto, dunque, che mai si sarebbe presa in considerazione
l'ipotesi di personaggi estranei all'universo politico ed in particolare di Bersani, abbiamo ritenuto uno spreco di energie l'avanzamento di eventuali proposte: qualunque personalità avessimo suggerito sarebbe servita soltanto a sfamare gli ingordi trangugiatori di gossip, e a fomentare la speculazione giornalistica che da tempo adombra la nostra attivita' parlamentare. E se facendo un nome Bersani ci avesse dato il placet? Cosa avrebbe significato? Che avremmo avuto il contentino, un nome, e poi il governo voluto da Bersani e dal PD al quale avremmo dovuto dare la fiducia?. No nessuna fiducia al PD, il messaggio è chiaro".

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