Anche in Sardegna, come nel resto dell’Italia, da1° agosto potrebbero trovarsi senza lavoro molti dei 1.300 installatori di impianti (ben 57mila in tutto il Paese) che operano nel settore dell’energia da fonti rinnovabili: fotovoltaico, a biomasse, solare termico, pompe di calore e geotermia.
E’ il destino che li attende in base al “decreto legislativo 28/11” che recepisce una direttiva europea e impone, quale requisito per poter effettuare interventi di installazione nel settore delle rinnovabili, percorsi di qualificazione professionale per i responsabili tecnici delle aziende (titolari e dipendenti).
Ma, mentre per i laureati e i diplomati agli istituti tecnici la legge non prevede obblighi di formazione, e per i diplomati di scuola professionale impone un corso di 80 ore, non c’è alcun riferimento a titolari e dipendenti in possesso del titolo di studio della scuola dell’obbligo e dell’esperienza maturata in anni di lavoro.
In pratica a questi imprenditori si nega sia il riconoscimento delle competenze acquisite sia la possibilità di svolgere corsi di aggiornamento professionale. Per la legge è come se non esistessero. Com