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Senato, Letta: “Ha paura della grande coalizione chi ha un’identità debole”

La "paura" delle larghe intese, del "mescolarsi", viene solo "se si pensa di avere una identità debole. Ma se si è convinti della propria identità, ci rendiamo conto che non ci sono alternative a quello che stiamo facendo". Scandisce le parole, in Senato, il premier Enrico Letta, e pare rivolgersi a quanti, nel PdL e soprattutto nel Pd digeriscono a fatica il voto di fiducia a questo Governo.

La premessa, sostiene Letta, è che "dobbiamo essere consapevoli dell'identità, non se siamo timorosi di quello che ognuno di noi è, pensa, ha costruito. Non penso che Silvio Berlusconi sia uno dall'identità debole, se ho capito bene il personaggio... Maanche io penso di aver fatto un percorso di costruzione di un partito che è orgoglioso della propria identità, di quello che abbiamo fatto. Ma allora non dobbiamo avere timore", perchè "di fronte alle politiche è possibile trovare soluzioni comuni. Se restiamo al nostro stendardo che copre l'identità debole, non si recupera quel principio di realtà, e la realtà è questa". Ovvero che "non cisono alternative allo stare insieme".

E ancora, rispondendo a un intervento polemico, in Aula, sull'attenzione del Governo per la costruzione di nuovi stadi, Letta ha ribattuto:  "In questo Paese dobbiamo lasciare tutto come è, perchè siamo spaventati dal cambiare qualcosa?". "Dobbiamo renderci conto vanno fatti cambiamenti che servono a tutti nel segno della concretezza".

"Magari la realtà non è quella che vorremmo ma è quella che abbiamo di fronte. Anche io avrei voluto un risultato elettorale diverso, anche io avrei voluto non essere seduto qui, ma a lato in un governo politico... Ma un uomo politico non può prescindere dalla realtà, altrimenti raccontiamo favole a noi stessi per stare tranquilli", ha detto il premier Enrico Letta concludendo la sua replica al Senato.

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