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Francesco: “Non dobbiamo avere paura della bontà, il vero potere è il servizio”

Papa Francesco è giunto in piazza San Pietro, sulla papamobile, e si è dedicato esclusivamente ai pellegrini, mentre sul sagrato stanno arrivano le delegazioni e sono molte le sedie ancora vuote. Tra gli altri sono arrivati il principe Alberto e la moglie, oltre ai rappresentanti dell'Unione Europea Hermann Van Rompuy e Manuel Barroso, tra i primi ad occupare i loro posti. Mentre la folla saluta papa Francesco nella piazza, sul sagrato anche i membri delle delegazioni straniere scattano foto con telefonini ed iPad
Papa Francesco ha fatto fermare la Jeep per salutare i fedeli. Prima per benedire un infermo, vicino alla staccionata che delimita la corsia per il passaggio della popamobile, poi un bimbo gli è stato avvicinato all'auto e il pontefice gli ha impartito una benedizione.

Suonano a festa le campane di San Pietro mentre il Papa si avvicina al sagrato con la Jeep.

Giunti in piazza S.Pietro anche il capo dello Stato Giorgio Napolitano e i presidenti di Camera e Senato e il presidente del Consiglio Mario Monti. Presenti le delegazioni di 132 Paesi.

In piazza ad assistere alla messa di inaugurazione di Papa Francesco anche il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I. Tra le varie rappresentanze internazionali, anche quella ebraica con il rabbino David Rosen, responsabile dei rapporti fra le fedi dell'American Jewish Committe. Oggi a San Pietro anche principi regnanti arabi, principi del Lussemburgo, reali di Spagna, rappresentanze diplomatiche, la presidente dell'Argentina, Cristina Fernandez de Kirchner e altri rappresentanti di Paesi di tutto il mondo.

Il Papa si raccoglie in preghiera sulla tomba di San Pietro.
Il pontefice è accompagnato dai Patriarchi delle Chiese orientali e dopo la preghiera ha cosparso di incenso il Trophaeum apostolico.

Risalendo in Basilica, Papa Francesco si è unito alla processione dei cardinali concelebranti che - preceduta dai diaconi che portano il Pallio pastorale, l'Anello del Pescatore (che Bergoglio non ha voluto fosse in oro ma in argento dorato) e l'Evangelario - raggiunge l'altare collocato sul sagrato della Basilica al canto delle 'Laudes regiae'.

Il Papa è uscito dalla basilica di San Pietro e si è mostrato alle autorità e ai fedeli sul sagrato petrino. Inizia la messa con la consegna dell'anello piscatore.

Papa Francesco indossa l'anello del pescatore, in argento bagnato oro.
L'incisione ha una storia singolare: lo scultore Enrico Manfrini venne chiamato per realizzare l'anello conciliare per Paolo VI, che tuttavia ne scelse un altro. Allora venne affidato al segretario Macchi, e trentacinque anni dopo proposto al nuovo pontefice insieme a tanti altri bozzetti. L'anello raffigura S. Pietro con le chiavi del Paradiso.

Il papa indossa, consegnato dal cardinale protodiacono, il francese Jean-Louis Tauran, del pallio, una sorta di sciarpa di lana che si porta sulle spalle e ricorda il buon pastore. Si tratta dello stesso pallio imposto a Benedetto XVI nel 2005. Su di esso sono ricamate le croci rosse che simboleggiano 'le piaghe della passione di Cristo'.

Sei cardinali, a nome di tutto il Sacro Collegio, rendono a papa Francesco l'atto diobbedienza, all'inizio della messa di inaugurazione del pontificato. Sono i cardinali Giovanni Battista Re e Tarcisio Bertone in rappresentanza dell'ordine dei Vescovi, Joachim Meisner e Jozef Tomko per l'ordine dei Presbiteri, Renato Raffaele Martino e Francesco Marchisano per l'ordine dei Diaconi.

"San Giuseppe custodisce la Chiesa. Come? Con discrezione, umiltà, nel silenzio - ha detto il Papa - Ma con una presenza costante e una fedeltà totale anche quando non comprende. Dal matrimonio di Maria all'episodio di Gesù nel tempio di Gerusalemme, accompagna Maria (...) nella quotidianità.

C'è una "costante attenzione a Dio", Giuseppe è "aperto ai suoi suoi segni": "è Dio che costruisce la casa, ma di pietre vive. Giusepe si lascia guidare alla volntà di Dio e per questo è più sensibile alle persone che gli sono affidate. Sa prendere decisioni più sagge. In lui vediamo come si risponde alla vocazione di Dio: con disponibilità prontezza. Ma vediamo anche il centro della vocazione cristiana: Cristo"

"Custodire non riguarda solo noi cristiani: riguarda tutti. E' custodire l'intero creato, la bellezza del creato, come ci ha mostrato S.Francesco d'Assisi. E' avere rispetto per ogni creatura di dio, del creato... specialmente dei bambini e dei vecchi, di coloro che sono più fragili"

"Quando non ci prendiamo cura del creato e dei fratelli trova spazio la distruzione e il cuore inaridisce. Chiedo a chi occupa ruoli di responsabilità: siamo custodi dell'altro, dell'ambiente, non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompagnino questo cammnino di custodia. L'odio, l'invidia e la superbia sporcano la vita".

"Custodire vuol dire vigilare sul nostro cuore: non dobbiamo avere paura della bontà e neanche della tenerezza. Anzi, custodire richiede bontà e tenerezza. Che non è la virtù del debole ma denota fortezza d'animo, compassione, capacità di amore. Non dobbiamo avere timore della bontà e della tenerezza".

"Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio e che anche il Papa peresercitare il potere deve entrare sempre piu' in quel servizio che ha il suo vertice luminoso sulla croce". Papa Francesco, celebrando la sua Messa di inizio pontificato in piazza San Pietro, ricorda che oggi "insieme con la festa di San Giuseppe celebriamo l'inizio del ministero del nuovo vescovo di Roma, successore di Pietro, che comporta anche un potere. Certo -riflette papa Francesco- Gesù Cristo ha dato un potere a Pietro, ma di quale potere si tratta? Alla triplice domanda di Gesu' a Pietro sull'amore, segue il triplice invito: pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle. Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio".

Quanto al ministero petrino, il Pontefice ricorda che "deve guardare al servizio umile, concreto, ricco di fede, di San Giuseppe e come lui aprire le braccia per custodire il popolo di Dio e accogliere con affetto e tenerezza l'intera umanita', specie i piu' poveri, i più deboli, i piu' piccoli, quelli che Matteo descrive nel giudizio finale sulla carita': chi ha fame, sete, è straniero, nudo, malato, in carcere. Solo chi serve con amore sa custodire".

"Nella seconda Lettura, san Paolo parla di Abramo, il quale 'credette, saldo nella speranza contro ogni speranza'. Saldo nella speranza, contro ogni speranza!", ha ricordato Francesco nella messa di inaugurazione del Pontificato. "Anche oggi davanti a tanti tratti di cielo grigio, abbiamo bisogno di vedere la luce della speranza e di dare noi stessi speranza. Custodire il creato, ogni uomo ed ogni donna, con uno sguardo di tenerezza e amore, è aprire l`orizzonte della speranza, è aprire uno squarcio di luce in mezzo a tante nubi, è portare il calore della speranza! E per il credente, per noi cristiani, come Abramo, come san Giuseppe, la speranza che portiamo ha l`orizzonte di Dio che ci è stato aperto in Cristo, è fondata sulla roccia che è Dio".

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