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Ance – Esiste una sola possibilità di frenare il declino dell’industria delle costruzioni in Sardegna: pagare i debiti pregressi alle imprese

E’ sempre più drammatica  la condizione dell’industria delle costruzioni.
Le imprese sarde che nel 2012 hanno fatto registrare un aumento del 30% dei fallimenti e una perdita complessiva di 22.600 addetti in soli cinque anni, non si rassegnano all’impoverimento generalizzato e all’inesorabile declino del comparto  che rappresenta il 28% di tutti i settori industriali dell’isola. Con un moto di orgoglio decidono di battagliare per la sopravvivenza e dichiarano guerra ai ritardati pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione per le opere già eseguite e al Patto di Stabilità interno, le due piaghe responsabili della moria delle imprese.

In Italia sono complessivamente 19 miliardi le risorse non spese e trattenute nella pancia degli enti locali, in Sardegna corrispondo a 360 milioni i mancati pagamenti.

L’Ance Sardegna sulla scia delle iniziative messe in campo dall’Associazione nazionale costruttori (che si è unita alle altre organizzazioni datoriali di settore sottoscrivendo un documento trasmesso al governo e alla commissione Europea), chiama a raccolta la Cna, la Confartigianato, Aniem Api Sarda e i sindacati Feneal, Fillea e Fillea per condividere un documento indirizzato al governo regionale affinchè liberi tempestivamente le risorse e proceda al pagamento di tutti i debiti pregressi della pubblica amministrazione. 

L’analisi economica dei ritardati pagamenti, che in Sardegna toccano le punte medie più alte d’Italia, sarà illustrata nel corso di una Conferenza Stampa che si terrà domani, giovedì 21 Marzo alle ore 10.30 a Cagliari, nella sede dell’Ance Sardegna in Via Fleming 2, alla presenza dei presidenti regionali Maurizio De Pascale e della Confapi  Francesco Lippi, dei segretari  Cna Francesco Porcu e Confartigianato Filippo Spanu, insieme ai sindacati di categoria.