Press "Enter" to skip to content

Bersani: “L’equità fa girare meglio l’economia, la democrazia non è un optional”

"Parto dal civismo, da norme contro la corruzione e per i diritti degli immigrati. Da norme per il lavoro: sistemiamo le scuole, ad esempio. Nei primi mesi va colmato il distacco fra cittadini e istituzioni con un governo volto al cambiamento". Questi i primi passi di Pier Luigi Bersani a Palazzo Chigi se il voto dovesse affidare al Pd responsabilità di guida del Governo nella nuova legislatura. Ospite di Rainews, nell'intervista al direttore Monica Maggioni il segretario Pd ha affrontato tutti i temi caldi della campagna elettorale, che, ha ammesso Bersani, è sembrata ignorare quello che accade nel mondo e sull'altra sponda del Mediterraneo.

"L'economia gira se la distribuzione della ricchezza va meglio di adesso - spiega Bersani - Quindi: il riequilibrio del fisco risponde a esigenze di equità ma anche dell'economia".

"Equitalia fu fatta Tremonti e Berlusconi, che ora sparano a zero. Certo i meccanismi di riscossione vanno corretti ma sotto sotto c'è sempre strizzare l'occhio a chi non paga. Non stanno pensando a chi non ce la fa a pagare. Equitalia deve afre il suo mestiere, il Governo deve metterci al passo con gli altri: ad esempio, meno contanti. Meno soldi all'estero. Senza montare ghigliottine: è possibile farlo, con un Governo coraggioso". E poi "mai più un condono".

"Succede che c'è una migrazione del paziente-cliente verso strutture private che come pubblico continuiamo a pagare. che il ticket sia nu guadagno per la struttura pubblica non è detto. Naturalmente bisogna tagliare su sprechi del sistema sanitario, che vogliamo proteggere come sistema universaslistico. Ad esempio, le consulenze".

"Cosa dire a Bruxelles? Qui c'è il segno meno davanti a tutti: anche in Germania, negli ultimi mesi. Se dobbiamo controllarci di più, va bene. Parliamo di verifica reciproca europea. Purché affianchiamo all'austerità politiche per la crescita. Come? Non contabilizzando sul deficit una certa gamma di investimenti ed emettere bond europei. Dobbiamo ragionare come negli USA. Il concetto è: il problema urgente si chiama lavoro. Purtroppo in questi anni si è seminata l'idea che chi è più forte si salva da solo e darsi una mano non conviene".

"Schauble preoccupato? Non direi, mi sembra da una sua intervista a L'Espresso sia preoccupato da Berlusconi".

"Bacchette magiche non ce ne sono. Siamo tuttora la seconda potenza manifatturiera europea: si riprende a mano un concetto di politica industriale. Ci sono cose che sappiamo fare, il mondo le vuole: dobbiamo darle a livello di qualità, gusto e tecnologia tali da essere accolte. Per fare ciò bisogna dare una mano: fare in modo che pmi siano collegate a ricerca, strumenti finanziari.. E' mille anni che l'Italia sa trasformare materie prime meglio di altri".

"E' incredibile che in campagna elettorale non si sia pronunciata la parola 'Mediterrameo'. L'Europa deve presentarsi con un volto comune nel Mediterraneo. Il Mali in questo senso è un'occasione persa. L'epoca berlusconiana ha portato a un ripiegamento su se stessi micidiale. L'Italia deve riconsocersi in un profilo internazionale più adeguato: non da Grande Potenza, ma che dice la sua. E nel Mediterraneo si aspettano questo da noi"

"Come Pd abbiamo portato avanti abolizione dei vitalizi e riduzione degli stipendi dei parlamentari. Ci vogliono norme anti corruzione più severe. Quando farle? Subito. In Parlamento di questo si può discutere con tutti. Quando dico 'scouting' dico questo: vedere su che posizioni siamo. a questi ragazzi dico: 'Date un occhio alla democrazia. Lì non c'è un meccanismo democratico e questo è un guaio. Un mio circolo può chiamarmi, può criticarmi. La piazza è ambivalente nella storia. Devi guardarti negli occhi, confrontarti. La democrazia non è un optional".

"Io ho fatto un accordo con Vendola davanti a 3 milioni di persone. Chi non vuole Vendola non vuole Bersani. Punto. Che ora il problema sia Vendola, europeista convinto, non ha mai detto 'fuori dall'euro'.. è stucchevole"

"Ogni giorno ha la sua pena, non ho fissato niente dentro la testa perché e le elezioni sono una fotografia di quello che il Paese vuole dire. La formazione di un Governo non può essere estranea a quello che ha detto il Paese. Le parole chiave devono essere: rinnovamento, presenza femminile.. Nomi e cognomi? Il primo a saperli deev essere il Presidente della Repubblica"

"Penso che voglia fare il sindaco. Il mio consiglio è: 'Sta attaccato al nostro mondo e và dove ti porte il cuore, purché nello spirito del collettivo, della democrazia, delle nostre primarie' ".

E i giaguari da smacchiare? "Essendo padani siamo legati ad antiche vicende agricole con qualche puntatina all'estero - conclude con humour emiliano Bersani - perché di giaguari in Pianura padana ne ho visti pochi...".